Uno studio pubblicato su Nature delinea “il disagio mentale” durante il periodo della pandemia. Le chiamate ai numeri di aiuto sono aumentate di oltre un terzo questi i dati che emergono dalla ricerca, su ampia scala, condotta all’università di Losanna e coordinata da Stephanie Reich dell’Università tedesca di Friburgo, su dati relativi alle linee di aiuto attive nei vari Paesi. Le richieste di aiuto per pensieri suicidi sul totale delle chiamate è rimasta stabile durante la pandemia, tuttavia le chiamate relative al suicidio sono aumentate tanto più quanto maggiori erano le restrizioni imposte dal Covid in ciascun paese. Gli esperti hanno analizzato i dati anonimi di oltre 8 milioni di chiamate a linee di aiuto in 19 Paesi in gran parte europei, ma anche in Usa e Cina nel periodo inizio 2019 fino all’inizio del 2021. È emerso che nelle sei settimane subito dopo l’inizio della pandemia, quando i vari paesi sono entrati in lockdown, le linee di aiuto sono state “intasate” da un aumento delle chiamate del 35% in media; l’aumento è stato maggiore nei Paesi dove le persone che hanno perso il lavoro per la pandemia non hanno potuto usufruire di aiuti, come pure nei paesi che hanno adottato lockdown e restrizioni più aggressive contro il Covid. L’incremento delle chiamate è stato guidato soprattutto da motivazioni quali la solitudine e la paura del contagio, per esempio. Lo studio è l’ennesima conferma di quanto la pandemia e i cambiamenti socioeconomici che essa ha determinato stanno gravando sulla salute mentale delle popolazioni, con aumento dei livelli di ansia e depressione già ampiamente documentato da varie ricerche.

Fonte: rainews.it

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/covid-aiuto-salute-mentale-studio-6668a02d-ef1d-43b2-81c0-5518b665c1dc.html

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