La pandemia questa volta non c’entra. La salute mentale dei bambini e degli adolescenti era regolarmente trascurata in molti Paesi del mondo già prima di Covid-19. E si tratta di Paesi ad alto reddito che potrebbero permettersi di investire risorse in servizi destinati ai giovani con disturbi mentali. Parliamo di Stati Uniti, Australia, Canada, Cile, Danimarca, Regno Unito, Israele,  Norvegia, Corea del Sud dove, secondo un recente studio pubblicato su Evidence-Based Mental Health si fa poco o niente per affrontare in maniera sistematica il disagio psicologico pediatrico. Un bambino su otto soffre di disturbi mentali di diversa natura con sintomi evidenti che compromettono la qualità di vita ma che non ricevono le giuste attenzioni.   

I ricercatori hanno analizzato i dati di 14 studi condotti in 11 Paesi ad alto reddito tra il 2003 e il 2020 che hanno coinvolto in tutto più di 61mila bambini e ragazzi dai 18 anni in giù. Il 12,7 per cento dei giovani aveva manifestato i sintomi di un disturbo mentale, in molti casi accompagnato da un certo livello di disabilità. Per intenderci: non si tratta di semplici e passeggeri disagi psicologici, ma di malesseri profondi e duraturi con un impatto negativo sulle attività quotidiane, scuola, socialità, sport ecc…

L’ansia è il problema principale (5,2%), seguita dal disturbo da deficit  dell’attenzione e iperattività (3,7%), disturbo oppositivo provocatorio (3,3%), uso problematico di sostanze che danno dipendenza, come alcol e cannabis (2,3%), disturbi del comportamento (1,3per cento) e depressione (1,3%). Dalla review degli studi è emerso che solamente il 44 per cento dei bambini con disturbo mentale ha ricevuto assistenza specialistica. Nei Paesi analizzati, fanno notare i ricercatori, la carenza dei servizi per la salute mentale rivolti ai giovani è in contrasto con una assistenza pediatrica ben funzionante su altri fronti. Tutte le malattie fisiche, dal tumore, al diabete, alle infezioni ricevono in generale un trattamento adeguato.

L’inefficienza dei servizi per la salute mentale non può quindi essere attribuita a una complessiva inadeguatezza dei sistemi sanitari. I ricercatori lasciano intendere che una così evidente lacuna dell’assistenza sanitaria psicologica-psichiatrica sarebbe comprensibile nei Paesi poveri con poche risorse a disposizione e con l’esigenza di dare priorità alle patologie fisiche. Non è giustificata nei Paesi in cui la salute fisica è ampiamente tutelata e dove c’è la possibilità di investire sul trattamento e la prevenzione dei disturbi mentali e dove, infine, sono ben note le strategie più efficaci di intervento. Insomma, non ci sono scuse. «Abbiamo osservato un’alta percentuale di disturbi mentali infantili insieme a inaccettabili carenze di servizi nei paesi ad alto reddito, a un livello tale da violare i diritti dei bambini. I paesi ad alto reddito possono permettersi di fare meglio. Molti Paesi dovranno aumentare sostanzialmente gli investimenti destinati ai servizi per la salute mentale dei bambini. Un intervento particolarmente urgente visto l’aumento documentato della necessità di assistenza per la salute mentale dei bambini dopo Covid-19, bisogni che si prevede continueranno in futuro», sostengono i ricercatori.

Fonte: healthdesk.it

http://www.healthdesk.it/scenari/salute-mentale-pi-giovani-rischio-milioni-bambini-ragazzi-hanno-bisogno-aiuto

Credit: Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay