Un nuovo studio rivela che esistono diversi tipi di depressione. I medici e gli scienziati hanno sempre avuto una scarsa comprensione in merito alle possibili cause di questa condizione, e alcune persone che ne soffrono, non ottengono benefici neanche con il trattamento farmacologico. Ma perché ciò accade? A cercare di rispondere a questa domanda è il nuovo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, secondo cui esistono appunto tre sottotipi di depressione.

Gli esperti hanno anche scoperto che uno di questi sottotipi sembra essere intrattabile con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), ovvero i farmaci più comunemente impiegati per il trattamento della depressione.

Si è sempre ipotizzato che esistano diversi tipi di depressione che influenzano l’efficacia del farmaco, ma non era mai stato confermato

spiegano gli autori dello studio, i quali hanno raccolto i dati clinici, biologici e sulla storia medica di un campione di 134 individui, la metà dei quali aveva ricevuto di recente una diagnosi di depressione, mentre l’altra metà non ha ricevuto questo tipo di diagnosi. Ai partecipanti è stato chiesto quali fossero i loro schemi di sonno, indipendentemente dal fatto che avessero problemi di stress o altre condizioni di salute mentale, ed i ricercatori hanno anche scansionato il cervello dei partecipanti utilizzando la risonanza magnetica, per mappare gli schemi di attività cerebrale in diverse regioni.

Questa tecnica ha permesso di esaminare 78 regioni che coprono l’intero cervello, per identificare come sono correlate le attività in queste diverse regioni. Esaminando i dati, gli esperti hanno scoperto che la connettività funzionale del cervello nelle regioni che coinvolgono il giro angolare – una regione del cervello associata all’elaborazione del linguaggio e dei numeri, cognizione spaziale, attenzione e altri aspetti della cognizione – ha giocato un ruolo importante nel determinare se i farmaci SSRI fossero efficaci nel trattamento depressione.

I pazienti con maggiore connettività funzionale tra le diverse regioni del cervello che avevano anche sperimentato traumi infantili avevano un sottotipo di depressione che non rispondeva al trattamento con farmaci SSRI. D’altra parte, gli altri due sottotipi – in cui il cervello dei partecipanti non mostrava una maggiore connettività tra le sue diverse regioni o dove i partecipanti non avevano vissuto un trauma infantile – tendevano a rispondere positivamente ai trattamenti con farmaci SSRI.

Alla luce di quanto emerso, gli esperti sperano che questi risultati possano aiutare psichiatri e terapeuti a migliorare le diagnosi e a curare i loro pazienti in modo più efficace.

Fonte: benessereblog.it

http://www.benessereblog.it/post/177099/psicologia-quanti-tipi-di-depressione-ci-sono