Insoddisfatti della propria vita, della propria della salute e delle relazioni (in famiglia e tra amici), ma iper-tecnologici e, di conseguenza, iper-connessi (col game disorder inserito da poco dall’Oms tra le malattie mentali). Degli 8 milioni e 200 mila giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, il 10% è in difficoltà emotiva, una percentuale in linea con i dati dell’Oms, secondo cui dal 10 al 20 per cento di bambini e adolescenti soffre di disturbi mentali. Le patologie neuropsichiatriche sono infatti diventate la causa principale di disabilità, con il suicidio seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali nella fascia di età tra i 15 e 29 anni. In Italia, è vero, se ne registrano meno che in Europa, ma tra i giovani sono la causa di un decesso su otto (dato Istat) in un Paese in cui è aumentato il numero dei piccoli pazienti che rivolgono ai servizi di neuropsichiatria infantile (+7% in media ogni anno, +45% negli ultimi 5). Peraltro, secondo gli esperti, la metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni e tre quarti entro i 25 anni.
A SCUOLA – I dati delle rilevazioni del Miur mostrano un
costante incremento degli alunni disabili all’interno delle scuole italiane, il
3 per cento degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, con una decisa
prevalenza di quelli con disturbi di salute mentale che nell’anno 2016-2017
hanno rappresentato il 75 per cento del totale. L’indagine sull’integrazione
degli alunni con disabilità, condotta annualmente dall’Istat nella scuola
primaria e secondaria di primo grado, conferma che anche nelle scuole del primo
ciclo l’insieme dei disturbi di tipo mentale è quello più frequente (73%) e
maggiormente associato (56%) ad altre forme di disabilità. Alcuni disturbi sono
più diffusi tra i maschi, come quelli del comportamento e dell’attenzione (21%
maschi e 10,1% femmine), dello sviluppo (25,7% contro 20,4%) e della sfera
affettivo relazionale (17,7% e 14,0%), mentre la disabilità intellettiva è
presente maggiormente tra le femmine (52,4% contro 41,9%). Gli alunni con solo
disturbo di salute mentale presentano un problema grave nell’area
dell’apprendimento nel 23,2% dei casi: questa percentuale raggiunge il 41,2% se
al disturbo mentale si associa un’altra disabilità. In presenza di un disturbo
di salute mentale isolato, nel 19% dei casi si osserva un grave problema ad
eseguire un compito, contro il 17% degli alunni con altre disabilità.
COMPLESSITA‘ – In Italia sono 1.064 i bambini e ragazzi
con disturbi mentali dell’età evolutiva ricoverati in strutture residenziali,
soprattutto maschi (64%). «Il fenomeno è rilevante anche da noi – spiega la
professoressa Lucia Màrgari, direttore di Neuropsichiatria infantile al
Policlinico di Bari – e necessita di interventi diagnostici, terapeutici e
riabilitativi tempestivi e appropiati per modifaicare il decorso. L’ambito si
caratterizza per un’elavata complessità clinica e gestionale e dalla necessità
di un team multi-professionale. In quest’ottica la Neuropsichiatria infantile
presenta una particolare specificità nell’approccio, applicandosi a piccoli
pazienti che sono in continua evoluzione. Per fortuna negli ultimi anni le
trasformazioni delle conoscenze nell’ambito delle neuroscienze, della genetica
e della neurobiologia e delle interazioni tra esse e l’ambiente nel determinare
lo sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente sono state rapidissime
aprendo la possibilità di identificazione precoce e nuove prospettive di
trattamento per molte patologie neuropsichiatriche dell’età evolutiva»
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it