Uno ogni 11 minuti. È il numero di adolescenti che muoiono a causa suicidio: quasi 46.000 ogni anno.

Il suicidio è una fra le prime cinque cause di morte per la loro fascia di età. Più comune fra le ragazze – la terza causa di morte, per l’esattezza -, poco meno per i ragazzi – la quarta più comune.

In Europa occidentale diventa addirittura la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi ogni 100.000, preceduta solo dagli incidenti stradali (5 casi su 100.000).

Parlare di salute mentale, oggi, non deve più essere un tabù. Non nel 2021, non dopo tutto quello che abbiamo passato.

Secondo le stime contenute nel nuovo rapporto UNICEF “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”, più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni i ragazzi e 77 milioni le ragazze; 80 milioni i giovanissimi, tra i 10 e i 14 anni, e 86 milioni fra i 15 e i 19 anni.

L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. I tassi in percentuale di problemi diagnosticati sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale.

Anche prima del Covid-19, bambini e giovani portavano il peso delle problematiche relative alla salute mentale senza che ci fossero investimenti significativi volti ad affrontarle: a livello globale, agli interventi per la salute mentale viene destinato circa il 2% dei fondi governativi per la salute, un investimento bassissimo considerata la portata e la diffusione di queste problematiche.

Certamente, la pandemia ha avuto un costo. Secondo i primi risultati di un sondaggio internazionale condotto tra bambini e adulti dall’UNICEF e da Gallup in 21 paesi, una mediana di 1 giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni che ha partecipato al sondaggio ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività.

Mentre il Covid-19 entra nel suo terzo anno, l’impatto sulla salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani continua a farsi sentire. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’UNICEF, a livello globale, almeno 1 bambino su 7 è stato direttamente colpito dai lockdown, mentre più di 1,6 miliardi di bambini hanno perso parte della loro istruzione. L’interruzione della routine, dell’istruzione, delle attività ricreative, così come la preoccupazione per il reddito familiare e la salute, rende molti giovani spaventati, arrabbiati e preoccupati per il loro futuro. Per esempio, un sondaggio condotto online in Cina all’inizio del 2020, ha rivelato che circa un terzo degli intervistati ha riferito di sentirsi spaventato o in ansia.

Le problematiche di salute mentale diagnosticate, tra cui ADHD, ansia, autismo, disturbo bipolare, disturbo della condotta, depressione, disturbi alimentari, disabilità intellettiva e schizofrenia, possono danneggiare significativamente la salute dei bambini e dei giovani, l’istruzione, i risultati nella vita e la capacità di guadagno.

Può sembrare banale, ma genitori e tutori amorevoli, ambienti scolastici sicuri e relazioni positive tra coetanei sono fondamentali per ridurre il rischio di disturbi mentali, mentre stigmatizzazione e mancanza di fondi stanno impedendo a troppi bambini di godere di una buona salute mentale o di accedere al supporto di cui hanno bisogno.

La salute mentale è parte inscindibile della salute fisica. I nostri sentimenti, i nostri turbamenti, sono parte di noi come lo sono le nostre mani e le nostre braccia, e non possiamo, non dobbiamo, metterli su due piani diversi.

È ora di parlarne.

Fonte: m.huffingtonpost.it

https://m.huffingtonpost.it/amp/entry/nella-loro-mente-parliamo-della-salute-mentale-dei-ragazzi_it_615c25c4e4b05040d1df63ef/

Credit: Foto di Alexandra_Koch da Pixabay