Divinamente Pinocchio” è il titolo del ciclo pittorico dell’artista Rocco Forgione, uno dei più importanti surrealisti italiani, che sarà ospitato all’interno della mostra curata dalla Fondazione Bosis “L’Altro Pinocchio”, la cui inaugurazione sarà sabato 12 maggio, alle ore 16,30, a Porta Sant’Agostino.

L’esposizione ci racconterà un Pinocchio che attraversa l’aldilà, nell’invenzione del pittore Rocco Forgione e sulle tracce della Divina Commedia e di Dante Alighieri.

I dipinti, realizzati con una tecnica estremamente suggestiva fatta di velature, tenui grigi attraversati da lampi di colore, condurranno lo spettatore attraverso un “viaggio iniziatico” che Pinocchio, rappresentate dell’umanità, compie attraverso la rivelazione delle nostre colpe, meditando forse sulla possibilità di un riscatto.

Un percorso realizzato in sinergia Eugenio Dario Lai che ha realizzato le didascalie dei canti che accompagneranno le tele.

Il tema Pinocchio nasce quasi per scherzo da un’idea al bar con l’amico Antonio Attini, fotografo di fama internazionale– spiega Forgione -. Pinocchio ho pensato di materializzarlo in un mondo allegorico dove avrei potuto esprimere al massimo il mio modus operandi metafisico. Quale migliore idea se non trasportare il Burattino più famoso del pianeta all’interno dell’Inferno dantesco? Così in 34 dipinti collegati ai canti danteschi ho inserito Pinocchio nelle vicende infernali del Pellegrino. Tale lavoro è poi stato esposto nei tre mesi estivi del 2016 al Museo del Parco di Collodi, dove ha avuto un notevole successo.

In questo complesso lavoro sono stato supportato esotericamente da ono stato supportato esotericamente dal ricercatore spirituale, nonché scrittore e carissimo amico, Eugenio Dario Lai, che mi ha predisposto le 34 didascalie esoteriche che accompagnano le tele e Pinocchio in questo profondo viaggio iniziatico che è l’Inferno dantesco.

Eugenio, a cui ho dedicato la copertina del suo libro dedicata al noto burattino, mi ha anche consigliato l’impostazione metafisica più congeniale per ogni tela per amplificare il valore trascendente delle tele che stavo realizzando. Una grande e impegnativa fatica che ci ha impegnato per mesi”.

Il lavoro del surrealista ha coinvolto anche i pazienti psichiatrici della Fondazione Emilia Bosis ed i bambini dell’Associazione Aiuto a Vivere, che in queste settimane hanno preparato con lui una performance realizzando un grande trittico, 9×5 metri, dove trovano spazio grandi figure metafisiche e surreali. Quest’opera sarà al centro di una performance che sarà visibile il pomeriggio del 2 giugno nel Teatro Stalla”.