A sinistra il disegno di Maddalena a destra quello di Giorgio

Quando la Fondazione Emilia Bosis mi ha affidato il workshop di fumetto dedicato a Pinocchio è stata l’occasione per rileggere il capolavoro di Collodi. Ho ritrovato la voce divertita e divertente dell’autore toscano. Una voce capace di farti attraversare, con disinvoltura, momenti drammatici e cruenti degni di una storia gotica. Inganni, omicidi, prigionia, trasformazioni avvilenti dei protagonisti in somari, riduzione in schiavitù, insomma un campionario di prove durissime attraverso le quali Pinocchio doveva passare per diventare uno di noi… o, forse, qualcuno migliore di noi.

Per la pagina a fumetti che volevo fare realizzare, e poi disegnare io stesso, cercavo una “scena” emblematica che sintetizzasse la favola più famosa del mondo, ma non ero sicuro che avremmo avuto la stessa grazia di Collodi nel rendere “leggere” anche le situazioni più terribili. Quindi ho preferito selezionare otto “scene” in cui Pinocchio, superando una situazione dolorosa e apparentemente senza rimedio, prova la gioia di uno scampato pericolo o di una ritrovata armonia. Un modo per tenere sullo sfondo le “difficoltà” incontrate dal protagonista, senza negarle ma privilegiando il momento felice in cui il “problema” trova “soluzione””

Così il fumettista Giorgio Caripinteri racconta l’inizio di un percorso che ha condotto assieme ad alcuni ragazzi della Fondazione Emilia Bosis – Danilo, Maddalena, Maria, Michele, Nadia, Silvia, Simona, Simone – e con la collaborazione delle arteterapiste Patrizia Riviera e Roberta Zanga.

Il laboratorio di fumetto ha generato delle tavole, come già in precedenza vi abbiamo raccontato, che sono confluite nell’esposizione“Pinocchio e le 8 ragioni per essere felice”, che sarà esposta a Porta Sant’Agostino, Bergamo, nella mostra “L’Altro Pinocchio”, curata dalla Fondazione Emilia Bosis.

Gli otto “ragazzi” che hanno seguito il workshop sono entrati subito in sintonia con il progetto e, dopo poco, ho visto affiorare nelle loro tavole la loro personalità. Le tavole sono proprio il loro alter-ego di carta! Fantasiosi, indifesi, spacconi, raffinati, brutali, ironici, ingenui… riconosco tutte le sfumature della loro disarmante sincerità. Onestamente, prima di cominciare il workshop non sapevo cosa aspettarmi e certo non mi aspettavo di trovarmi così a mio agio… al punto che oggi i “ragazzi” mi mancano. Quando è stato il momento di disegnare, a mia volta, le stesse otto vignette ho pensato di trarre ispirazione dallo stile di ognuno di loro. Infatti, se osservate bene, ogni mia vignetta ha qualche debito stilistico con il lavoro dei “ragazzi. Il “maestro” che si trasforma in “allievo” era il giusto finale per raccontare lo spirito di gioco e complicità che ha accompagnato il nostro lavoro insieme”. 

L’inaugurazione della mostra si terrà il 12 maggio, ore 16.30. 

Chissà se riuscirete a individuare a chi mi sono ispirato in ogni vignetta della mia tavola?