Trama

Il Dr. Alan Stone, presidente dell’American Psychiatric Association, intorno agli anni sessanta del secolo scorso svolge un esperimento nell’ospedale Ypsilanti su tre pazienti schizofrenici che ritengono di essere Gesù Cristo.

L’esperimento si basa su metodi di cura rivoluzionari, una psichiatria che prende spunto da quanto Ronald Laing nel suo libro più famoso, più volte citato, Il sé diviso, sostiene: il concetto di normalità non esiste perché molte persone “normali” costruiscono falsi io per confrontarsi con la realtà.

Banditi i controproducenti metodi caratterizzati dalla contenzione e dall’elettroshock, Stone cerca, contrastato dal mainstream della psichiatria dell’epoca, di introdurre procedure di cura umanistiche, alla ricerca del significato del delirio con il quale i pazienti danno senso alle esperienze traumatiche e agli eventi avversi che hanno contrassegnato la loro storia di vita. Ottiene così dei buoni risultati, ma l’ostinazione, l’invidia e l’ambizione di qualche collega generano un finale drammatico.

Motivi d’interesse

L’esperienza esistenziale può essere scissa nel rapporto con gli altri, con il mondo e con se stessi. La schizofrenia è una malattia nella quale per un periodo superiore a sei mesi si manifesta una persistente serie di sintomi di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell’affettività con forte disadattamento della persona e compromissione significativa delle normali attività di vita. Deliri e allucinazioni, pensieri e discorsi disorganizzati si manifestano in genere in età adulta. Sintomi positivi e negativi possono essere presenti alternativamente o in co-occorrenza. L’intervento precoce con somministrazione di farmaci, psicoterapia e riabilitazione consente di ridurre i rischi di una cronicizzazione della malattia e può restituire alla persona una buona qualità di vita.

Molti passi, infatti, sono stati compiuti nella cura della schizofrenia. Oggi disponiamo di farmaci efficaci nel trattare la sintomatologia e i risultati della ricerca ci hanno offerto strumenti e tecniche di cura e per la riabilitazione che permettono una recovery piena nei casi meno gravi.

Alla base delle procedure di trattamento, dalla Legge Basaglia in poi, vi è una visione che fa dell’inclusione e della lotta allo stigma i cardini del recupero.

“La distanza fra assoluto e relativo, quando il valore proposto come unico sia assoluto, serve a rendere assolutamente relativa (quindi vuota, inutile, priva di significato) ogni azione agli occhi di chi agisce; serve a far accettare supinamente e acriticamente la condizione disumana in cui si vive (F. Basaglia, Introduzione a “La salute mentale in Cina” di Gregorio Bernam, Einaudi 1972).

Contro quest’assolutizzazione della malattia mentale Basaglia impostò la sua riforma e considerò l’individuo nella sua globalità per riportare la persona alle sue piene potenzialità, recuperando la dignità del malato e il rapporto umano con chi lo cura. Chi cura deve ascoltare e rinunciare a ogni certezza precostituita, salvaguardare la persona del malato dal potere dell’istituzione.

Il film rende evidente questa impostazione adottata da Stone e la mette in contrasto con chi di quel potere abusa.

Indicazioni per l’utilizzo

La visione può essere proposta agli operatori della salute mentale, alle associazioni dei familiari dei malati e ai pazienti per favorire una discussione aperta. Non dimentichiamo ciò che il film e l’esperimento propone, perché ancora oggi rappresenta un monito per chi opera nel campo della salute mentale.

All’autore dello studio, Milton Rokech, l’APA (American Psychiatric Association) conferì il prestigioso Premio “Kurt Lewin”.

Fonte: stateofmind.it

https://www.stateofmind.it/2021/05/stato-della-mente-recensione/

Credit: Bart ryker – clip ufficiale, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=6530242