Per fortuna, ormai, non è quasi più un tabù. Complici le celebs che ne parlano apertamente, ma anche grazie a una buona informazione che non fa più dell’omertà un parametro fisso, la salute mentale è un argomento sempre più discusso. Solo pochi anni fa era impossibile persino farne accenno – troppi pregiudizi e un malsano desiderio di tenere tutto nascosto sotto un velo di mistero, ma per fortuna oggi ci stiamo rendendo conto di quanto sia essenziale parlarne in tutte le sue forme senza timori né vergogna. Com’è davvero il rapporto degli italiani con la psicologia (e tutto quello che gira intorno a un argomento così delicato)?

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre di ogni anno, Guidapsicologi ha voluto indagare un po’ nelle mente degli italiani e scoprire come vedono i problemi psicologici, le cure e la psicologia in generale. I risultati? Molto positivi – anche se si può fare di più.

Donne e psicologia vanno a braccetto

La maggior parte degli psicologi intervistati dal portale svelano che la maggioranza dei pazienti è di sesso femminile (78%). Sembra che le donne cerchino sempre di più di capirsi, cercando di risolvere problemi in profondità. Il rapporto con lo psicologo non è necessariamente legato alla cura di un disagio, ma è visto anche come uno strumento per migliorare la qualità di vita in generale. Tante donne cercano di risolvere problemi legati all’affettività (alias amore e rapporti familiari), preferendo terapie rapide e mirate che le aiutino a gestire meglio le emozioni in precise circostanze (che sia nelle relazioni, ma anche a lavoro).

Gli uomini rappresentano solo il 22% dei pazienti, percentuale che si divide tra chi cerca di risolvere l’ansia (e gli odiosi disturbi connessi) e chi invece prova a gestire problemi legati alla sfera affettiva (relazioni e famiglia, once again).

I millennial in lotta contro l’ansia

Uomini o donne che siano, i millennial (aka la generazione che va dai 25 ai 35 anni) sono sempre più in balia della pressione sociale e delle difficoltà a raggiungere gli obiettivi a cui aspirano – e non è affatto una sorpresa. Molti lottano con carriere incerte e posti di lavoro precari, realtà che si scontra con la possibilità di mettere su famiglia, comprare casa e vivere in modo stabile. C’è anche l’insicurezza di chi si sente tormentato da un modello genitoriale impossibile da raggiungere (i tempi cambiano, le sicurezze anche). Ancora una volta, tra i pazienti millennial sono più presenti le donne: 2 su 3 ricorrono all’aiuto di uno psicologo, anche se gli uomini sono più presenti in questa fascia di età che tra le altre. Il problema più comune è l’ansia, nemico giurato contro il quale combatte il 57.6% dei pazienti, seguita dai problemi legati alla sfera affettiva (18%) e dalla depressione (9,8%).

Fa riflettere anche la durata media del percorso terapeutico: nel 46% dei casi è inferiore ai due anni, mentre il 42% dei pazienti riesce a risolvere il proprio problema in meno di un anno. I più veloci a sentirsi meglio sono i più “grandi”: il 42% dei millennial si sente meglio in meno di un anno, mentre nello stesso periodo “guariscono” il 58.6% dei pazienti della cosiddetta Generazione X (ovvero la generazione precedente) e il 71.4% dei baby boomer. Insomma, con l’aumentare dell’età del paziente diminuiscono sia la durata del percorso terapeutico sia la cadenza degli incontri con lo psicologo.

Farmaci o non farmaci?

Nonostante i luoghi comuni a riguardo, i professionisti intervistati svelano che – almeno tra i propri pazienti – la terapia farmacologica non è poi così diffusa: solo la metà accompagna la terapia con dei medicinali ad hoc. Insomma, il panorama sembra assolutamente positivo: sono sempre più quelli che cercano di gestire al top lo stress e i rapporti personali, superare l’ansia e vivere meglio senza rimanere continuamente vittime delle stesse situazioni. Tutto grazie a una visione sempre più positiva della psicologia – e all’attenzione che prestiamo alla nostra salute mentale (alleata assoluta di vita). Per gli uomini sembra ancora difficile superare l’antico tabù (aiuto psicologico = debolezza), ma le speranze perché le cose cambino presto ci sono eccome!

Fonte: elle.com

https://www.elle.com/it/emozioni/psicologia/a29413516/salute-mentale-italiani/