Genio e follia sembrano strettamente collegati ed è abbastanza consueto considerare gli artisti talentuosi come personaggi un pò strani. C’è qualcosa di vero nel fatto che nell’arte nessuno sia normale oppure si tratta di un luogo comune che non ha nessun riscontro nella realtà delle cose? E poi cosa significa essere folli? Cerchiamo di capire qual è il rapporto tra la natura della creazione artistica e un differente modo di vedere il mondo.

Nell’arte e nella creatività ci sono personaggi bizzarri e tutti abbiamo letto biografie di musicisti, pittori o scrittori, dove genio e follia sembrano andare a braccetto. L’argomento è da sempre studiato a livello scientifico da neurologi, scienziati, medici e psicologi che, anche per la cura di eventuali patologie, vogliono capire se persone con particolari doti, o una intelligenza superiore alla media, possano sviluppare o dover gestire eventuali squilibri dal punto di vista mentale.

Il rapporto tra genio e follia

La genialità artistica è fatta di associazioni mentali inusuali. Il genio non ha filtri nel vedere la realtà e anche i suoi rapporti interpersonali possono essere particolari, così come gli stili di vita e gli atteggiamenti inconsueti o strani. Ma è possibile che il talento debba fronteggiare disturbi dell’umore, psicosi e schizofrenia? La domanda incuriosisce da molti secoli gli studiosi di vari settori. Per rispondere non si può che partire dalle vite di personaggi famosi e du successo che si sono distinti in ogni ambito.

Qual è la genesi della creazione artistica nelle vite di famosi scrittori, filosofi, musicisti e pittori? Lo svela il libro The genesis of artistic creativity dello psicologo irlandese Micheal Fitzgerald del Trinity College di Dublino. Attraverso ricerche biografiche ha esaminato comportamenti sociali, linguaggio, umorismo ed interessi ossessivi e di routine che hanno accompagnato le grandi menti del passato nel campo dell’arte e della scienza. Dopo avere studiato per molti decenni la sindrome di Ausberg, una particolare forma di autismo, è arrivato a conclusioni che non lasciano dubbi. Fitzgerald sostiene che il vero talento naturale non possa esistere senza disturbi mentali.

Geni del passato erano autistici?

Secondo lo studioso sarebbero stati affetti da autismo tanti geni del passato come Mozart e Beethoven nella musica classica, Van Gogh o Andy Warhol nella pittura o Hans Christian Andersen o George Orwell nella letteratura. Questa malattia comporta problemi nelle relazioni sociali e comportamenti stravaganti e come sindrome di Ausberg, l’autismo in certi ambiti può donare una natura particolarmente geniale. Contemporaneamente rende però le persone impacciate e totalmente negate nello svolgere le più comuni mansioni del vivere quotidiano.

La teoria per cui genio e follia siano più che compatibili è confermata anche da uno studio del Karolinska Institutet di Stoccolma durato 40 anni e che ha preso in esame la vita di ben 1,2 milioni di pazienti. Secondo questa ricerca musicisti, pittori e artisti, ma anche scienziati, danzatori e fotografi sviluppano molti più casi di schizofrenia, ansia e depressione delle altre persone. Tra creatività e malattia c’è un rapporto certo tanto che molti di questi talenti finiscono con l’abusare di alcool e utilizzare droghe. Tra dubbi e conferme una sola certezza: la mancanza di filtri rende l’uomo più creativo ma anche più vulnerabile.

Creative differenze nella musica

Dell’esistenza di una vera e propria neurodiversità nel mondo dell’industria musicale d’altronde oramai si parla più che apertamente. Il rapporto creative differences realizzato da Universal Music Uk è un vero e proprio manuale per come considerare e trattare, anche a livello aziendale, alcune sindromi neurologiche come autismo, dislessia, discalculia, dispraxia e sindrome di Tourette, di cui sono colpiti alcuni artisti famosi.

In un mondo dove per farsi conoscere bisogna sapere dire qualcosa di nuovo, la diversità diventa quindi una risorsa fondamentale anche per il successo. Il problema non riguarda solo l’industria musicale, dove si stimano un 30% di patologie di questo tipo, ma coinvolge tutte le persone che in presenza di neurodiversità di vario genere faticano a trovare un posto nella società e che invece potrebbero sfruttare i loro diversi talenti in molti ambiti professionali.

Genio follia e intelligenza

Un pò di sana follia può davvero portare lontano nella musica, ma si può dire che sono un pò strane tutte le persone dotate di particolare intelligenza o di una capacità logica superiore alla media. Questa tesi trova riscontro in una ricerca pubblicata su Sciencedirect che afferma come un Q.I elevato si traduce in una spiccata sensibilità generale che può predisporre a disturbi psicologici e disagi di varia natura. Forme di ansia, deficit di attenzione e iperattività, a lungo andare possono dare luogo a vere e proprie malattie fisiologiche, come allergie ambientali e alimentari, asma e malattie autoimmuni.

Genio e follia sono collegati con l’intelligenza perchè questa dote non solo consente di affrontare la realtà da punti di vista alternativi, ma fa riflettere molto più a lungo ed in profondità sugli eventi quotidiani. Il risultato è che i geni sono più sensibili agli stimoli esterni e si preoccupano normalmente di più rispetto alle persone considerano normali. Suoni, rumori, parole o situazioni ambientali considerate da tutti poco fastidiose, possono invece diventare insopportabili se non addirittura fisicamente dolorose. Motivo per cui bambini con un alto quoziente intellettivo possono manifestare desiderio di solitudine o avere problemi di interazione sociale.

Personaggi famosi stravaganti

Se avere una vita da rockstar può costare un prezzo salato, le storie sui comportamenti stravaganti dei personaggi famosi non mancano. Nella letteratura gli esempi si sprecano, da Ernest Hemingway trattato con elettroshock, a Friedrich Nietzsche che finì la sua vita in manicomio. Senza arrivare a questi livelli di follia, per trovare l’ispirazione alla scrittura Agatha Christie si rifugiava in una vasca da bagno piena di mele, mentre James Joyce sembra scrivesse solo con un camice bianco e John Steinbeck aveva sempre 12 matite perfettamente affilate sulla scrivania.

Nel campo della pittura la follia di Vincent van Gogh è raccontata nei libri di storia dell’arte. Tutti conoscono L’urlo di Edvard Munch, pittore norvegese che condusse una vita piena di ansie e allucinazioni. Tra gli scienziati pazzi e gli inventori stravaganti Albert Einstein raccoglieva mozziconi di sigarette per strada, mentre Nicola Tesla era noto per il suo carattere eccentrico e ossessivo. Henry Cavendish, che per primo descrisse la formula dell’acqua, aveva un carattere scontroso e solitario. William Shockley, inventore del transistor, era considerato completamente pazzo, mentre il premio nobel per la fisica Paul Dirac era autistico.

Il genio di Glenn Gould

Nella storia della musica Glenn Gould è universalmente riconosciuto come un pianista geniale e innovatore. Eppure la critica, oltre a considerarlo un grande virtuoso della tastiera e uno straordinario interprete, lo ha anche considerato un musicista poco rispettoso della volontà dei compositori e magari anche un personaggio un pò folle. E le sue interpretazioni, oltre ad essere brillantemente creative, al limite dell’eccentrico. Una tesi suffragata dai suoi vezzi e dalla sua mimica, tanto che successivamente lui stesso si sentirà in dovere di scrivere un libro “No, non sono un eccentrico” per smentire questa tesi.

Fonte: bintmusic.it

https://www.bintmusic.it/genio-follia-creativita-successo-diverso/