Psichiatri e psicologi, filosofi e neurologi, musicisti e attori, storici e pittori, filologi e fisici, teologi e scrittori. Animali, anche. Tutti a bordo della «Gondola dei folli» per dare vita a un viaggio verso il doloroso mondo della malattia mentale, ma anche verso la complessità e la bellezza dell’esistenza.
Il «Festival della follia» che si apre domani e propone a Torcello, isola di Venezia, quattro giornate di incontri, spettacoli, laboratori e riflessioni, è un viaggio che parte da Bergamo. Nasce dalla nostra provincia dove, dal 1998, la Fondazione avviata grazie al lascito di Emilia Bosis si occupa dell’accoglienza del disagio psichico. In tre comunità, due centri diurni e appartamenti in housing sociale, l’Hosteria Germoglio a Verdello e, da qualche mese, l’Atelier Domus Emilia nella laguna veneta, a Torcello.
Qui, nella proprietà comprata dalla Fondazione a due passi dal ponte del Diavolo, la Domus Emilia dall’inizio di aprile ospita, a turno, i pazienti delle tre comunità della Fondazione per soggiorni di relax ma anche riabilitativi perché, ne è convinto lo psichiatra Carlo Saffioti che della Fondazione è il direttore sanitario, «il bello può essere la forza che può aprire alcune porte chiuse del mondo del malato di mente, per riconnettersi con la realtà.
E l’isola di Torcello è un posto magico, un posto fatto di silenzio, di fascino, di natura e antica presenza umana. È il posto della bellezza».
Perché il bello è stimolo e «il malato di mente è certamente una persona che soffre – aggiunge Saffioti –, che vive in maniera a volte anche drammatica, però può trarre stimoli e beneficio da un mondo che si apre nei suoi confronti. Questa è l’impostazione riabilitativa della nostra Fondazione, prendiamo spunto dall’insegnamento del professor Zapparoli che fece dell’integrazione la stella polare dell’intervento in psichiatria».
Integrazione tra approccio sociologico, psicodinamico, tra le diverse realtà del territorio, tra il dentro e il fuori, facendo della continua relazione che si basa sulla presenza lo strumento principe per aiutare il paziente a vivere meglio.
Proprio questa poliedricità sarà al centro del Festival della follia, una proposta che spazia dalla psichiatria alla filosofia, dall’arte al teatro, dalla scienza alla filologia. Ecco quindi che oltre alle riflessioni sull’aspetto clinico in senso stretto, il mondo della follia sarà sondato anche attraverso spettacoli come «La scienza della scemenza (Giufà)» o la performance artistica con animali – cavalli, pappagalli e rapaci – a cura della Fondazione Emilia Bosis, protagonisti alcuni ospiti.
Apre il Festival il dialogo tra Emi Bondi, direttrice del dipartimento di Salute mentale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Moreno De Rossi, direttore dell’Unità operativa complessa di Psichiatria e Salute mentale dell’Azienda Ulss 12 di Venezia, che inquadreranno il tema «Riabilitazione e arte tra Bergamo e Venezia» (domani alle 16,30). Poi l’intervento dello psichiatra Goriano Rugi su «L’integrazione in psichiatria: la lezione di Giovanni Carlo Zapparoli».
E se fosse folle anche il cosmo? Guido Tonelli – portavoce del l’esperimento Cms al Cern di Ginevra che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs, per la quale nel 2013 Peter Higgs e François Englert sono stati insigniti del premio Nobel per la fisica – parlerà di universo, energie misteriose che si rincorrono a vicenda, esplosioni cosmiche che creano e distruggono intere materie; dialogando (domenica pomeriggio) con il filosofo Salvatore Natoli che interverrà sulla «Filosofia del dolore» e con il teologo don Claudio Avogadri.
Non mancherà la voce di Alda Merini attraverso il suo «Magnificat» portato in scena dalla compagnia teatrale Anagoor e la mostra delle opere veneziane di Emilia Bosis, nell’Atelier Domus Emilia, proposta accanto alle fotografie degli ospiti della Fondazione a cura di Patrizia Ravera e delle opere di Giorgio Vicentini e Rocco Forgione, conduttori dei laboratori proposti nelle giornate del Festival.
Il programma completo su www.fondazionebosis.it.

Fonte: L’Eco di Bergamo