Questa sera presso l’ex Palazzo Vezzoli di Via Papa Giovanni XXIII, 256 a Calcio, continua la programmazione di Teatro Stalla Extra con Piero Lucchini, regista e presidente della Fondazione Emilia Bosis, che porta in scena lo spettacolo teatrale intitolato “É arrivato Godot”. In questo debutto importante, scritto e diretto da Lucchini, non si narra dell’attesa, come nello spettacolo di Beckett, ma del suo arrivo; Godot è arrivato ma non si vede. Durante lo spettacolo ci saranno anche alcuni scambi metafisici tra Piero Lucchini e l’illuminato Padre Turoldo, poeta ribelle innamorato di Dio e dell’Uomo.

Queste le parole di Piero Lucchini: “L’opera di Beckett focalizza l’attenzione sull’attesa spasmodica, talvolta irridente e irritante, un’attesa a qualcosa o a qualcuno che non è nemmeno importante da attendere, è la stessa attesa che si fa attendere. Genio e sregolatezza sono le costanti del grande scrittore, talmente geniale che più alcuno è riuscito in teatro o nella drammaturgia ad emulare. Mi ha sempre affascinato il lavoro di Samuel Beckett, e con umiltà ho cercato a mio modo di fare mie alcune sue sollecitazioni. “É arrivato Godot” è un lavoro drammaturgico che ha come centro focale, non l’attesa, ma una non-partenza, non un’ansia metafisica che sfocia nell’assurdo attendere, bensì una consapevole presa d’atto della fragilità umana , che non sempre è una negoziazione dell’esistenza di qualcosa o di qualcuno ma spesso si rivela l’unica chiave d’accesso alla nostra stessa libertà di esistere. Noi non esistiamo perché qualcuno l’ha voluto, bensì perché ci percepiamo liberi di esistere: si và quindi oltre il naturalismo o il biologismo, oltre anche al progettualismo di stampo heiddeggeriano, si và talmente oltre il “reef” esistenziale per sfociare liberamente nel canto poetico turoldiano. Il mio lavoro è un semplice omaggio a padre David Maria Turoldo, il poeta dell’anima, una delle poche voci autentiche del novecento: l’equazione artistica si coniuga mirabilmente, il teatro sta a Beckett come la poesia a Turoldo, e qui, non vi è un immediato risultato, forse non esiste neppure; quando ci si canta della libertà di essere umani, il dramma è l’uomo nel suo in terminabile colloquiare.”

In scena ci saranno il profondo Max Brembilla, la brava Stefania Bussoli ed il musicista Agostino Celti con, anche, 3 ospiti della comunità psichiatrica e gli animali di Cascina Germoglio.

L’ingresso è gratuito.