Matite perfettamente appuntite e distanziate, libri in linea con il bordo della scrivania e quaderni organizzati per dimensione e colore… se stai già pensando a una persona che soffre di disturbo ossessivo compulsivo, fai un passo indietro: non è affatto detto che tu abbia ragione.

Il disturbo ossessivo compulsivo è una condizione psichiatrica molto utilizzata nella cultura popolare per la creazione di personaggi di fantasia con peculiarità uniche eppure, proprio per questo motivo, molto poco conosciuta e capita. Si tratta di una sindrome che, se non trattata, può essere estremamente debilitante per chi ne soffre.

In questo articolo analizziamo nel dettaglio cos’è, come si manifesta e come si cura il disturbo ossessivo compulsivo, e quali sono le sue conseguenze sulla salute psichica e mentale di chi lo sperimenta.

Cos’è il disturbo ossessivo compulsivo, definizione medica

Il DOC, disturbo ossessivo-compulsivo, detto anche OCD – dall’inglese obsessive-compulsive disorder – è una sindrome che si manifesta in una gran varietà di forme, la cui caratteristica principale è l’anacasmo, cioè la presenza di pensieri ossessivi e/o di compulsioni che hanno lo scopo di esorcizzarli o tenerli sotto controllo.

In passato era classificato tra i disturbi d’ansia, mentre nel DSM-5 è stata creata una categoria specifica dedicata ai disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo che, oltre al DOC vero e proprio, comprende diverse sindromi come il disturbo da accumulo, la tricotillomania e la sindrome da acquisto compulsivo.

Si stima che sia diffuso tra il 2-3% della popolazione di molti stati e che ne soffra all’incirca 1 individuo su 50 tra adulti e adolescenti. Nella metà delle persone, i sintomi possono insorgere prima dei vent’anni e manifestarsi per più di un’ora ogni giorno. Può convivere con altre sindromi come attacchi di panico, disturbi dell’umore o fobie specifiche.

Cause del disturbo ossessivo compulsivo

Sebbene i meccanismi alla base del disturbo ossessivo compulsivo siano stati identificati in una disfunzione nella trasmissione della serotonina tra i neuroni del cervello, le cause di questa disfunzione sono ancora dibattute.

È possibile che si tratti esclusivamente di una questione biologica, ma non è escluso che la causa possa essere anche dovuta a una serie di comportamenti acquisiti, particolarmente in individui geneticamente predisposti. Questa seconda ipotesi, in particolare, apre al dibattito: è il DOC a influenzare il funzionamento del cervello per primo o è più valido il contrario? In ogni caso, le strutture cerebrali collegate alle manifestazioni del DOC sono state identificate con una certa precisione.

Sono in fase di studio anche ipotesi relative a un’origine autoimmune o a una disfunzione dei gangli basali, oltre a diversi studi sull’origine comportamentale della sindrome, ad esempio riguardo all’influenza di figure importanti, come genitori e parenti, affette da DOC durante l’infanzia e l’adolescenza.

Sintomi del disturbo ossessivo compulsivo, come riconoscerlo

Come dicevamo in apertura, il DOC si manifesta sotto forma di ossessioni e/o compulsioni che hanno lo scopo di tenere le prime sotto controllo.

La diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo deve essere effettuata da un medico specialista a seguito di un’accurata osservazione sul paziente. Perché si possa parlare di DOC – in assenza di altre patologie che potrebbero anch’esse presentarsi sotto forma di ossessioni, come ad esempio un disturbo d’ansia – è necessario che i sintomi ossessivi e/o compulsivi si manifestino per più di un’ora ogni giorno, con un conseguente spreco di tempo che interferisca pesantemente sullo svolgimento delle normali attività quotidiane e sociali.

Cos’è un pensiero ossessivo

Per comprendere la natura altamente debilitante del disturbo ossessivo compulsivo, bisogna comprendere cosa si intende esattamente con la definizione di pensiero ossessivo. A causa della leggerezza con cui il termine ossessione viene utilizzato nel linguaggio quotidiano e dei media, questa condizione è spesso sottovalutata. Quello che nella cultura popolare viene definito ossessione è più generalmente un pensiero ricorrente.

Un’ossessione è un pensiero, un dubbio, una paura o un impulso persistente che monopolizza in maniera totale l’attenzione di chi lo sperimenta. Questo tipo di pensiero è invadente e, quando si manifesta, non può essere neutralizzato in alcun modo, né tenuto sotto controllo cercando di razionalizzarlo. È come se davanti agli occhi della persona ci fosse uno schermo che trasmette ripetutamente la stessa scena impedendo al soggetto di focalizzarsi su qualsiasi altra cosa. È diverso dalla ruminazione, che consiste anch’essa nel ritornare continuativamente sullo stesso pensiero ma in maniera volontaria, mentre l’ossessione si manifesta contro la volontà del soggetto.

Tipologie di ossessione nel disturbo ossessivo compulsivo

Le ossessioni ricorrenti nel DOC sono generalmente ascrivibili a diverse categorie:

  • Ossessioni di contaminazione: chi ne soffre sperimenta una grande paura di essere entrato in contatto con sostanze pericolose, virus o batteri che potrebbero avvelenarlo o comprometterne lo stato di salute.
  • Ossessioni aggressive e di danno: in questo caso il soggetto potrebbe essere ossessionato dal pensiero di fare del male – in maniera volontaria nel primo caso e involontaria nel secondo – a se stesso o alle persone a lui care. In questa categoria sono compresi i dubbi legati al non aver effettuato correttamente azioni come chiudere il gas o aver spento la luce.
  • Ossessioni di tradimento: il soggetto potrebbe essere preda di pensieri intrusivi sulla possibilità di essere tradito dal proprio partner, oppure – al contrario – sull’inadeguatezza di quest’ultimo e considerare l’ipotesi di stare con qualcun altro.
  • Ossessioni sessuali, di pedofilia o omosessualità: in questo caso il soggetto è preda di fantasie o impulsi dal contenuto erotico. Queste ossessioni potrebbero essere rivolte a soggetti sconvenienti, come ad esempio dei bambini, oppure mettere in discussione l’orientamento sessuale di chi li sperimenta.
  • Ossessioni superstiziose: si tratta di immagini legate a eventi negativi che si verificheranno se non verranno seguite determinate regole. Questi pensieri spesso vengono esorcizzati con la ripetizione di gesti percepiti come magici o con la preghiera.
  • Ossessioni blasfeme: in questo caso il soggetto è ossessionato da contenuti come bestemmie o insulti ai defunti, oppure sperimenta fantasie di tipo sessuale rivolte a immagini sacre o rappresentazioni del divino.

Altra caratteristica delle ossessioni del DOC è che il soggetto è cosciente del fatto che i pensieri siano un prodotto della propria mente – non si tratta, quindi, di allucinazioni, psicosi o di un qualcosa che egli percepisce come reale.

È a seguito della necessità di tenere sotto controllo questo tipo di pensieri intrusivi che possono essere messi in atto dei comportamenti compulsivi.

Cosa sono le compulsioni nel disturbo ossessivo compulsivo

Il fatto di rendersi conto che le ossessioni non siano razionali ma allo stesso tempo non essere in grado di contenerle può generale stati di forte ansia nei pazienti con DOC. Per questo motivo il soggetto può sentirsi obbligato ad effettuare una serie di operazioni e rituali che in qualche modo contrastano l’ossessione e hanno lo scopo di tenerla a bada.

Il contenuto dei rituali generalmente si oppone all’ossessione ad essi correlata: ad esempio, il soggetto può cercare di tenere a bada un’ossessione di contaminazione effettuando ripetutamente lavaggi o abluzioni, mentre al pensiero che si verifichi un evento negativo può contrapporsi la ripetizione compulsiva di un mantra o di una sequenza di gesti di controllo, e così via.

Questi rituali, che spesso vanno eseguiti secondo un ordine specifico e, se interrotti, vanno ripetuti dall’inizio, possono portare via anche ore e diventare parte della quotidianità del paziente. Interferire con l’esecuzione dei rituali può generare ancora maggiore ansia nella psiche di chi soffre di DOC.

Alcuni rituali possono essere legati alla ripetizione di azioni – toccare, mettere in ordine, controllare o regolare oggetti, camminare secondo una specifica successione di passi e seguendo un preciso tragitto – e quindi essere osservabili dall’esterno. Altri, invece, possono essere eseguiti mentalmente – contare, ripetere frasi o mantra – e risultare molto meno evidenti.

I rituali più comuni nel disturbo ossessivo compulsivo

  • Ripetizione di azioni riparatrici, come il lavarsi le mani per evitare contaminazione o ipocondria.
  • Controlli ripetuti per prevenire incidenti o disgrazie.
  • Adottare un sistema di conteggio specifico, ad esempio sistemare le cose in gruppi di tre o in insiemi di soli numeri pari o numeri dispari.
  • Imporsi limiti specifici entro cui compiere un’azione, ad esempio raggiungere il portone di casa in esattamente venti passi, oppure camminare senza mai poggiare il piede sulle fughe delle piastrelle.
  • Osservare o toccare tutti gli angoli di una stanza o posizionare gli oggetti in modo che siano puntati in una specifica direzione.
  • Ricercare simmetria nelle proprie azioni: ad esempio, se si calpesta una cartaccia con il piede destro, dover fare lo stesso col sinistro, anche a costo di tornare indietro e ripetere il tragitto.

Disturbo ossessivo compulsivo, esiste una cura?

Se non trattato, il disturbo ossessivo compulsivo può avere un decorso degenerativo e diventare sempre più invalidante per chi ne soffre. Inoltre è considerato una condizione cronica: intervenire con le corrette terapie è quindi un’azione irrinunciabile per il miglioramento della qualità della vita del paziente.

Attualmente non disponiamo ancora di una cura per il DOC, ma esistono diverse tipologie di trattamento che possono portare a una prognosi positiva. I trattamenti più utilizzati sono la psicoterapia cognitivo-comportamentale e il trattamento farmacologico.

I farmaci più comunemente utilizzati hanno lo scopo di inibire la ricaptazione della serotonina da parte del cervello, mentre, per quanto riguarda la psicoterapia, il lavoro si concentra sulla modificazione dei pensieri automatici e disfunzionali.

Il trattamento è, in ogni caso, modellato sull’esperienza personale del paziente.

Fonte: ildigitale.it

Credit: Foto di Mercy Isaac da Pexels