Manic Depression is a frustrating mess, cantava Jimi Hendrix in uno dei suoi brani più famosi. In occasione della Giornata Mondiale del disturbo bipolare, è il caso di fermarsi a riflettere su uno dei disturbi dell’umore più debilitanti e oggetto di stigma.

In un mondo dove si pone sempre più attenzione alla salute mentale e alla necessità di curare il benessere psichico tanto quanto quello fisico, alcune patologie mentali sono ancora viste con diffidenza o timore, portando chi ne soffre a nascondersi anziché chiedere aiuto. Una di queste è sicuramente il disturbo bipolare. 

Cos’è il disturbo bipolare

Si tratta di un disturbo del tono dell’umore diffuso all’incirca nell’1-2% della popolazione, con un quadro clinico complesso e multiforme, che richiede l’osservazione da parte di uno specialista per poter essere identificato, diagnosticato e trattato.

Chi soffre di questa malattia sperimenta importanti alterazioni dell’umore, che possono manifestarsi in fasi depressive e fasi maniacali o ipomaniacali.

Le prime sono caratterizzate dai sintomi della depressione, come ad esempio astenia, perdita di interesse, calo della libido e della motivazione, senso di vuoto e, nei casi più gravi, pensieri di suicidio.

Le seconde sono invece caratterizzate da uno stato di esaltazione, irritabilità, grande energia e acquisizione di comportamenti rischiosi, e nei casi più gravi stati deliranti e illusioni di grandezza. I sintomi depressivi e maniacali/ipomaniacali possono presentarsi separatamente o insieme.

Tuttavia, sintetizzare in un semplice paragrafo ciò che questa malattia comporta per chi la vive, sarebbe riduttivo. In occasione della Giornata Mondiale del Disturbo Bipolare faremo qualcosa di diverso: in questo articolo vogliamo sfatare cinque pregiudizi diffusi sul disturbo bipolare.

1. Disturbo bipolare vuol dire essere come il Dottor Jekyll e Mr Hyde: FALSO

Una delle convinzioni errate più diffuse è quella che le persone che soffrono di disturbo bipolare abbiano una seconda personalità.

Secondo dati diffusi da Quotidiano Sanità, ben il 16% degli italiani ritiene che il Disturbo Bipolare sia un disturbo della personalità, come potrebbe essere il disturbo borderline di personalità, e il 13% è convinto che comporti sdoppiamento della personalità, come accade con il disturbo dissociativo d’Identità, una condizione clinica molto diversa, che poco ha da spartire con il disturbo bipolare.

La causa di questa confusione potrebbe risiedere in un’errata interpretazione del nome della patologia stessa. In realtà il dualismo da essa suggerito fa riferimento ai due poli dell’attività timica: depressione ed esaltazione.

Ecco il primo pregiudizio da sfatare: il disturbo bipolare non comporta sdoppiamento della personalità.

2. Disturbo bipolare vuol dire cambiare spesso idea e umore: FALSO

giornata mondiale del disturbo bipolare

Sebbene la sintomatologia del disturbo bipolare preveda notevoli oscillazioni del tono dell’umore, il termine “bipolare” non deve essere utilizzato come aggettivo per definire una persona volubile o incostante.

Tanto per cominciare, le oscillazioni timiche del disturbo bipolare sono molto al di fuori della norma e durano per lunghi periodi di tempo: essere depressi è molto più che sentirsi tristi, così come essere in uno stato maniacale è molto più che sentirsi eccitati.

Inoltre, le fluttuazioni timiche di questa malattia coinvolgono molti aspetti differenti della vita di una persona: ci sono notevoli alterazioni dei livelli di energia, della capacità di concentrazione, della libido, delle facoltà di pensiero e della percezione del reale.

Sfatiamo, quindi, un altro mito e cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: essere lunatici, volubili, incostanti o incoerenti non vuol dire essere bipolari.

3. Le persone che soffrono di disturbo bipolare sono pericolose: FALSO

Spesso a causa delle rappresentazioni poco accurate di questa patologia nella fiction, nella cultura di massa si tende ad associare all’idea di bipolarità quella di individui pericolosi, instabili e violenti. Poco d’aiuto sono spesso i media, che tendono a porre l’accento su questa caratteristica quando si verificano atti violenti ad opera di individui cui è stata diagnosticata questa condizione. La realtà è invece diversa: sono le persone con questo disturbo a soffrire più di tutti.

Si tratta di una condizione clinica che può avere un impatto notevole sulla vita personale e lavorativa di chi ne è affetto, che molte volte spende enormi quantità di energia soltanto per combatterne i sintomi, con il risultato di venire prosciugato dalle proprie battaglie mentali.

Ecco quindi il terzo pregiudizio da sfatare: le persone che soffrono di disturbo bipolare possono essere membri produttivi della società. Nel prossimo punto spiegheremo come.

4. Le persone che soffrono di disturbo bipolare saranno instabili per tutta la vita: FALSO

Il disturbo bipolare è una patologia clinica diagnosticabile e trattabile. Questo vuol dire che, con l’auto di uno specialista, è possibile per chi ne soffre vivere una vita serena.

L’instabilità timica ed emotiva che può associarsi a questa malattia è spesso conseguenza dello stigma: molte persone sono instabili perché non riescono a chiedere aiuto, precludendosi la possibilità di seguire un piano terapeutico su misura.

Il trattamento della malattia può prevedere l’utilizzo di farmaci, ad esempio di stabilizzatori dell’umore, e un percorso di psicoterapia. In ogni caso, il piano terapeutico è stilato, ed eventualmente modificato, da uno specialista.

Seguendo la cura con costanza e interfacciandosi regolarmente con lo specialista che le segue, come del resto si farebbe con qualunque altra malattia, le persone che soffrono di disturbo bipolare possono vivere una vita piena e appagante.  

5. Il suicidio non è un problema: FALSO

Non è semplice esprimersi in merito a un argomento delicato come quello del suicidio. Così tante sono le variabili che concorrono a un evento del genere, e così difficile è parlarne in maniera oggettiva e in modo da non sminuire le battaglie di chi arriva a un atto così estremo.

Purtroppo, però, quando si tratta di disturbo bipolare, è questa una variabile di cui tener conto e da non sottovalutare, essendo essa, in un certo senso, il sintomo ultimo della malattia.

Si tratta, ricordiamo, di una condizione clinica che prevede l’attraversamento di fasi depressive. In alcuni casi sintomi depressivi come le ideazioni suicidarie possono accompagnarsi a sintomi maniacali come l’impulsività. Secondo una ricerca pubblicata dal National Center for Biotechnology Information, circa il 20% delle persone con una diagnosi di disturbo bipolare muore per suicidio, e il 20-60% di esse tenta il suicidio almeno una volta nella vita.

Sono dati preoccupanti, che ci ricordano e sottolineano l’importanza di promuovere una cultura di accettazione che riconosca alle malattie mentali il loro status di patologie: condizioni cliniche diagnosticabili e trattabili. Un primo passo necessario per una cultura di salute e benessere come quella che ci auguriamo di ottenere in questo XXI secolo.

Fonte: ildigitale.it

https://www.ildigitale.it/giornata-mondiale-del-disturbo-bipolare/

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