Compie vent’anni in Italia la terapia che cura le ‘ferite dell’anima’, i traumi grandi, ma anche piccoli, che lasciano ferite invisibili, in grado però di far sentire pesanti strascici nella vita quotidiana: insicurezza, scarsa autostima, ansia, attacchi di panico. Parliamo dell’Emdr, dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, sempre più utilizzata per guarire i danni psicologici legati a esperienze traumatiche.

“In questi anni possiamo dire che abbiamo formato circa 17 mila psicoterapeuti per lavorare sia nel pubblico, negli ospedali, sia nel privato. E la nostra associazione conta 7 mila componenti molto attivi che si sono impegnati anche in interventi importanti in campo umanitario. In questi vent’anni siamo cresciuti moltissimo”, spiega Isabel Fernandez, presidente dell’Associazione Emdr Italia che nei giorni scorsi ha festeggiato il ‘compleanno’ del metodo nel nostro Paese, in un convegno nazionale a Milano.

La terapia Emdr, ricorda l’esperta, “si basa in particolare sull’identificazione delle esperienze traumatiche o stressanti che hanno contribuito al disagio per il quale il paziente è in terapia. Si individuano dunque gli eventi chiave alla base, per esempio, di una depressione, di un problema d’ansia, di un disturbo alimentare e così via. Una volta che sono stati identificati questi eventi, allora possiamo lavorare sul ricordo. Questo perché è potenzialmente il ricordo quello che mantiene l’immagine, la rabbia, il dolore per alcune situazioni vissute”.

“Con i protocolli Emdr, quindi – prosegue Fernandez – viene fatta stimolazione oculare bilaterale alternata. Questa stimolazione va a riattivare un sistema di elaborazione di informazioni che si era bloccato perché era stato sopraffatto dall’evento drammatico. Si tratta di un protocollo certificato e verificato da diversi studi”, evidenzia la specialista.

Sul protocollo, infatti, ci sono più di 2.600 studi pubblicati e “le linee guida internazionali consigliano e raccomandano Emdr come trattamento di elezione per lo stress e il trauma”, precisa Fernandez. La ricerca negli ultimi decenni è stata molto vivace, sottolinea l’esperta, citando in particolare “uno studio pubblicato sulla rivista ‘Nature’ che ha stabilito non solo l’efficacia del metodo, ma ne ha spiegato i meccanismi d’azione”.

Dopo i primi vent’anni, però, il lavoro di ricerca continua. “Sono stati vent’anni di grandissimo lavoro, sviluppo e crescita – testimonia la presidente dell’Associazione Emdr Italia – Possiamo ripartire da qui per i prossimi anni, con tantissimi progetti e una ricerca ancora più mirata. Soprattutto, pensiamo a nuovi dei progetti di interventi in campo umanitario. Ma l’idea – conclude Fernandez – è anche, sempre, di diffondere l’efficacia di questa terapia in modo da dare un contributo alla salute mentale pubblica e anche di dare un contributo alle persone”.

Fonte: adnkronos.com

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