Il governo italiano ha imposto nuove restrizioni sociali per contenere i rischi di contagio dal virus Covid-19. Restrizioni che hanno immancabilmente cambiato le nostre abitudini, avendo ripercussioni sia economiche sia psicologiche considerevoli. Attacchi di panico, ansia, irrequietezza, insofferenza dovuto alla mancata socialità, al divieto di incontrarsi per una chiacchierata davanti a un caffè. Questi segnali sono solo alcuni dei disturbi  psichici più comuni, manifestazioni di quello che gli psichiatri definiscono trauma da pandemia. Secondo un recento studio della Società italiana di psichiatria pubblicato sul tema Covid e salute mentale, a un anno dall’inizio dell’emergenza epidemiologica 1 italiano su 3 è a rischio disturbo post-traumatico da stress (Ptsd). Un disturbo che può lasciare segni fino a 30 mesi e che colpisce maggiormente le donne e gli operatori sanitari.

Covid-19 ha interrotto la quotidianità, ha costretto all’isolamento e alla convivenza forzata in spazi ristretti, e per molti ha coinciso con l’esperienza diretta della malattia e del lutto. In dodici mesi, la situazione psicofisica degli italiani è peggiorata. Secondo un rapporto regionale diffuso dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, nel 2020 c’è stato aumento del 12% del consumo degli ansiolitici rispetto al 2019.

Oltre ai farmaci però, le persone stanno cercando anche un sostegno psicologico efficace. E dato che in zona rossa e arancione lo spostamento è vietato o sconsigliato, per comunicare con i loro pazienti, i professionisti del settore si sono organizzati sul web. La telepsicologia, ovvero l’erogazione di servizi psicologici attraverso le tecnologie di telecomunicazione come il telefono, le chat, il computer (email, videochiamate, blog, e social media) ha conosciuto un boom importante, e si è evoluta modificando il modo di percepire il rapporto tra psicologo e paziente. La seduta dal vivo sembra non essere più necessaria per offrire un sostegno mentale adeguato, perché la tecnologia ha reso tutto più veloce e facile. 

E proprio in questo ultimo anno di pandemia, oltre gli sportelli creati dai vari comuni italiani che offrono sostegno telefonico, sono nate tantissime iniziative che propongono un’assistenza online – gratuita e non – alle persone che presentano un malessere mentale. 

Nel settembre del 2020 è stata creata l’app ItaliaTiAscolto, che offre ascolto psicologico a portata di smartphone. Si tratta di un progetto promosso dal Bicapp, il centro di ricerca del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi della Lombardia e con l’azienda iMoobyte, finanziato da Fondazione di comunità Milano e sostenuto dal comune di Milano. Scaricando l’applicazione, è possibile mettersi in contatto con una serie di professionisti psicoteraupeuti, disponibili ogni giorno, e dedicati ad un bisogno psicologico specifico. Si consulta il calendario delle disponibilità e si prende l’appuntamento. Ogni sessione dura un’ora ed in ogni stanza virtuale può avere al massimo 16 partecipanti. 

Ben prima che arrivasse Covid-19, Danila de Stefano ha fondato Unobravo, una piattaforma digitale che seleziona lo psicologo più adatto all’utente grazie a un innovativo algoritmo di matching. De Stefano ha messo in piedi il progetto durante un’esperienza lavorativa nel Regno Unito, nel 2016. La particolarità di Unobravo è che essenzialmente dedicata agli expat, ovvero a tutte quelle persone che vivono lontano dal proprio paese d’orgine. Con l’acuirsi dei contagi e l’impossibilità di viaggiare, le difficoltà psicologiche sono aumentate, così come le richieste di supporto sul suo sito.  Il punto di forza di questo servizio è che fornisce specialisti che parlano la stessa lingua del paziente, e questo facilita la comunicazione, soprattutto se si vive in un paese estero. I prezzi inoltre sono molto competitivi, si può prenotare a qualsiasi ora e i professionisti sono selezionati rigorosamente.  

Durante la prima ondata pandemica, nel 2020, la piattaforma mindwork.it, ideata dallo psicologo ed ex vicepresidente dell’ordine della Lombardia, Luca Mazzucchelli, ha fornito gratuitamente assistenza qualificata tramite videochiamata a tutte le persone confinate nelle zone rosse a causa del coronavirus. Dopo un anno, il sito, specializzato nella consulenza psicologica online in ambito aziendale, ha ampliato l’offerta fornendo a chiunque voglia un processo di elaborazione di quanto sta accadendo attraverso colloqui di ascolto e di supporto, per salvaguardare non solo la salute fisica ma anche quella mentale. Anche in questo caso, la procedura è semplice: ci si iscrive sul sito, grazie a dei video di presentazione si può scegliere lo psicologo o piscoterapeuta più adatto alle proprie esigenze, si seleziona la data e l’orario della seduta e infine si paga. 

Questi sono solo alcuni dei servizi che si possono trovare su internet. Ma l’online può veramente sostituire la seduta dal vivo? In un articolo sul Fatto quotidiano la dottoressa Patrizia Mattioli, psicologa  e psicoterapeuta, l’anno scorso spiegava che: “La terapia online segue le stesse regole ma è priva di presenza fisica (…). Gli aspetti importanti per il buon esito di una terapia, cioè l’alleanza terapeutica, l’empatia, la fiducia, la costruzione di obiettivi da perseguire sono presenti in entrambi i percorsi e non sono legati alla condizione di presenza della terapia, ma ai suoi aspetti relazionali e progettuali”.

La nuova frontiera per arrivare al benessere psicofisico passa da uno schermo e da un click. E mai come in questo periodo, una persona disposta ad ascoltare – anche se da remoto – sembra essere il viatico per superare ansie e paure.

Fonte: wired.it

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