Perché
dovrei andare dallo psicoterapeuta? In fondo lo psicologo a cosa serve?
Penso che ci siano molte idee confuse sulla mia professione, quando chiedo ad
un bambino “cosa fa lo psicologo” lui mi risponde “vai a parlarci
quando stai male” oppure “è qualcuno con cui ti puoi sfogare”. Se lo
chiedo ad un adulto le risposte sono ancora più bizzarre “ho bisogno di parlare
con qualcuno che non sia un amico” oppure si irrigidiscono e dicono “Solo i
matti vanno dallo psicologo, io non ho bisogno”.
Questa è una convinzione non solamente molto diffusa ma anche enormemente illogica. Infatti succede che proprio chi ha buone risorse psicologiche, chieda il mio aiuto perché consapevole di attraversare un momento critico, ha più forza di voler mettersi in discussione e di voler uscire dalla famosa “confort zone”. Purtroppo succede che le persone “più gravi” non ritengano di averne bisogno, generalmente tendono ad attribuire i loro problemi agli altri. In questi casi non sarà la persona in questione a chiedere aiuto, ma quelli che sono intorno a lui. Altri invece pensano di essere degli “onnipotenti”, capaci di badare sempre a se stessi e di riuscire a cavarsela sempre da soli. Si tratta di individui che difficilmente si mettono in discussione.
Chiedere aiuto non è sinonimo di
fragilità, è semplicemente presa di
coscienza di un malessere che sta condizionando il nostro stare nel mondo.
Una domanda che invece mi viene posta molto spesso è la differenza tra
psichiatra, psicologo e psicoterapeuta.
Chiariamo subito: lo psichiatra è un dottore laureato in medicina e chirurgia e
ha fatto la specializzazione in psichiatria. È un medico che si occupa di
salute mentale e può prescrivere farmaci, di fronte ad un disturbo
psicopatologico può intervenire con una terapia farmacologica.
Lo psicologo è un dottore laureato in scienze psicologiche, per essere chiamato
tale deve aver fatto l’esame di stato ed essersi iscritto all’albo
professionale; si occupa di promozione del benessere della persona, aiuta
l’altro a comprendere meglio se stesso, fa consulenza e supporto psicologico, può
fare diagnosi ma non può trattare i disturbi psicologici.
Lo psicoterapeuta è colui che, dopo la laurea in psicologia e aver conseguito
l’esame di stato, ha fatto una scuola di specializzazione quadriennale, presso
una scuola di specializzazione universitaria o riconosciuta dal MIUR. È il
professionista che può trattare e curare i disturbi psicopatologici, ma a
differenza dello psichiatra, non essendo un medico, non può prescrivere
farmaci.
Ma
vediamo un po’ nel dettaglio cosa fa lo psicoterapeuta. A me piace
definirlo come il professionista che trasferisce delle abilità.
Terapeuta e paziente lavorano insieme individuando quali sono i punti di
vulnerabilità e i punti di forza. Il paziente inizia attraverso l’elenco dei
suoi problemi, individuando quali sono quelli prioritari, su quelli che è
necessario lavorare per riuscire a trovare il prima possibile un benessere
psicologico; in seguito si individuano le aree in cui il problema presentato
crea maggiormente difficoltà, si individuano poi i condizionamenti e i pensieri
disfunzionali.
La persona attraverso il percorso psicoterapeutico impara non solo a conoscersi
e a conoscere meglio gli altri, ma impara a capire com’è il suo funzionamento,
a gestirsi e ad autoregolarsi, diventando più adattivo di fronte alle
situazioni della vita. Impara a conoscere come il suo cervello e il suo
corpo rispondono alle situazioni stressanti della vita quotidiana.
Lo psicoterapeuta non è colui con cui sfogarsi, ma è un professionista
con il quale si apprende a funzionare in modo più efficiente, che lavora
seguendo protocolli specifici per i disturbi manifestati.
Come
posso capire quando è il caso di chiedere aiuto?
Quando il malessere che viviamo interferisce con le normali attività della
giornata, causando per esempio difficoltà di concentrazione, difficoltà nel
sonno, ansia. Quando il tono dell’umore è così basso da non riuscire più a
provare piacere in quello che prima ci piaceva
Quando evitiamo situazioni o persone perché ci creano disagio. Semplicemente
perché ci sentiamo incastrati da noi stessi.
Quando i pensieri sono tali da suscitare emozioni spiacevoli intense, i
comportamenti che mettiamo in atto sono spesso impulsivi e fonte di dolore.
Purtroppo i pensieri ansiosi e depressivi non passano con il passare del
tempo…
Fonte: aostasera.it