LE MISURE per limitare la diffusione del nuovo coronavirus ci chiedono di evitare il più possibile i contatti, di mantenere la distanza di sicurezza gli uni dagli altri e uscire di casa il meno possibile. Un distacco dalla vita sociale improvviso che ci impone un radicale cambiamento delle nostre abitudini e che, inevitabilmente, mette a dura prova l’umore e la salute mentale. Affrontare l’isolamento e rimanere per un lungo periodo di tempo tra le quattro mura di casa non è affatto semplice. Tanto più per chi si ritrova solo e non può condividere con nessuno il peso di questi giorni, per chi soffre di ansia, depressione o altri disturbi della psiche. Per loro molti specialisti si stanno organizzando per continuare il supporto a distanza via web. Perché ai temi di Covid19 anche Freud avrebbe avuto Skype.
 
L’isolamento per i più fragili
Va detto che stare chiusi in casa può amplificare i sentimenti negativi. Per esempio, le persone che soffrono di depressione tendono già di per sé a isolarsi e l’isolamento porta a concretizzare i pensieri negativi che già prima caratterizzavano le loro giornate. “In momenti del genere chi soffre di una depressione importante vede realizzate quelle profezie catastrofiche che da tempo immaginava – spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano –  Normalmente chi soffre depressione e più in generale di problemi di salute mentale, viene spronato alla socialità, alle relazione e all’interazione con gli altri. Discorso, tuttavia, che difficilmente può essere messo in pratica in una condizione di isolamento e che si accentua quando si sommano diverse fragilità.

Gli anziani
“Gli anziani sono i più esposti in assoluto”, spiega l’esperto. “Spesso presentano già una situazione di ridotta interazione sociale e oggi si ritrovano ancora più esposti, più dipendenti dagli altri”. L’isolamento ha un peso notevole anche per chi è solo e non può condividere il meccanismo di solidarietà e collaborazione, che può invece essere presente in un nucleo familiare. “Molte persone sono sole e non hanno relazioni così importanti e stabili da potere permettere loro una vera condivisione, ritrovandosi così in una solitudine reale”, spiega Mencacci.

L’ansia
L’isolamento viene vissuto in maniera ancora diversa da chi soffre d’ansia, che viene letteralmente sommerso da preoccupazioni, timori e dubbi. “Gli ansiosi viaggiano già su una soglia di allerta e di vigilanza molto alta e sono costantemente a caccia di qualunque parola e di ogni contraddizione che possa aumentare il dubbio per alimentare il loro stato di allerta” osserva Mencacci, sottolineando che l’ansia porta con sé il desiderio di agire e ciò può portare a comportamenti irrazionali, come gli attacchi di panico. L’isolamento, invece, può essere per certi versi una situazione paradossale in chi soffre di disturbi ossessivi-compulsivi. “Per esempio, il cosiddetto cleaner, che ha la fobia della pulizia, sta nel suo mondo” racconta l’esperto. “I suoi comportamenti di ossessività, infatti, vengono oggi normalizzati e chi ne soffre trova un maggior consenso e assenso da parte degli altri”.
 
Limitare il tempo che si dedica alle notizie
Riuscire a gestire un lungo periodo di tempo dentro le mura di casa per chi soffre di problemi psichici non è affatto semplice. Alcuni consigli, tuttavia, potrebbero aiutare a limitarne gli effetti negativi. La prima raccomandazione, valida soprattutto per gli ansiosi, è quella di limitare il tempo in cui ci si espone alle notizie. Tenersi sempre aggiornati, infatti, non fa altro che aumentare i livelli di allerta e preoccupazione, soprattutto quando lo si fa attraverso la televisione, dove le immagini rievocano continuamente il dramma. Si potrebbe, quindi, stabilire un orario specifico per controllare le ultimi notizie, in modo da allertare la tensione e riuscire a gestire l’ansia.

Organizzare la giornata e mantenersi in contatto con gli altri
Durante l’isolamento, inoltre, è importante provare a organizzare e pianificare la propria giornata e mantenere i contatti con amici e familiari, attraverso gli innumerevoli strumenti che abbiamo oggi a nostra disposizione. “Chiedere agli altri cosa fanno e come si organizzano per affrontare la giornata è importante” raccomanda Mencacci. “Perché la nostra forza risiede nella nostra capacità di acquisire e imparare rapidamente l’adattabilità. La domanda all’altro su come sta affrontando una problematica non serve tanto per imitarlo, ma piuttosto per dare uno spunto, un suggerimento e un incoraggiamento. Questo non solo ci fa sentire meno soli, ma soprattutto ci aiuta ad andare nella direzione giusta”. Ma non solo: è necessario continuare a scegliere uno stile di vita sano, seguire un’alimentazione corretta, svolgere attività fisica e, quando possibile esporsi alla luce del sole. “La vita va avanti e bisogna organizzarla al meglio. Siamo in spazi sicuramente più ristretti, ma questo non ci impedisce di coltivare stili di vita sani” suggerisce Mencacci. Insomma, bisogna riuscire ad adattarsi a stare dentro la propria casa, servendosi magari dell’aiuto della tecnologia, di un buon vecchio libro o di qualche hobby rimasto finora trascurato. E, perché no, rispolverare la rubrica per ritrovare il contatto di qualche amico o familiare che non si sente da un bel po’.

Per la terapia c’è Skype
L’importante è che chi soffre di problemi di salute mentale non si senta abbandonato. Si possono, infatti, continuare ad avere contatti con i propri medici curanti, per trattamenti, psicoterapie e consulti, attraverso strumenti come Skype e Facetime. “Dobbiamo incrementare questo tipo di interazione”, spiega Mencacci. “Oggi che siamo costretti a vivere una realtà più dall’interno questo diventa il nostro unico strumento”. Tutti i servizi di psichiatria, inoltre, continuano a funzionare per tutti i casi più gravi e anche se si sono chiusi gli ambulatori e i centri diurni, molte strutture continuano a vedere i propri pazienti andando a domicilio o ricorrendo, appunto, a piattaforme come Skype. “Le persone – conclude Mencacci – non si devono sentire abbandonate”.

Fonte: repubblica.it

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/03/19/news/se_il_coronavirus_mette_a_rischio_la_nostra_salute_mentale-251692622/amp/