Integrazione

La creatività

La creatività è la capacità di elaborare soluzioni nuove per stabilire relazioni, è un modo di relazionarsi e di stare nel mondo, ha a che fare con il dispiegarsi del pensiero, ed è ciò che si contrappone alla rigidità. È pensiero nella libertà di trovare nuove soluzioni mantenendo un’idea di senso.

La funzione terapeutica è fornire un significato ai progetti: siano essi ludico espressivi o di altra natura, non sono creativi in sé ma lo diventano se a monte c’è una dimensione creativa dotata di senso. La possibilità di dare significato ai progetti e creare nuovi legami si esprime nella quotidianità, giorno dopo giorno nella relazione con l’ospite. Valorizzare la quotidianità significa, anche, non banalizzare la routine del quotidiano ma al contrario dotarla di una progettualità, porre in questo modo le basi per rendere la persona capace di darsi senso.

Affinché l’équipe funzioni e la relazione sia centrale, la creatività, intesa come non rigidità, è una componente importante che permette l’avvicinarsi all’altro, l’andare verso l’altro in modi sempre diversi. Creatività come una tavolozza di colori per dipingere una tela con la relazione che fa da cornice. La dimensione di cura passa attraverso la vita degli ospiti entrando nella loro quotidianità: il colloquio può avvenire nel luogo in cui l’ospite si sente a proprio agio ed è la ricerca di questo suo spazio che può rendere efficace il momento di incontro. Cogliere il momento e sfruttare la condizione, trovando i modi adeguati e adottando un atteggiamento di elasticità, rende possibile un incontro altrimenti estremamente dif coltoso.

Il concetto di creatività si declina su un piano più personale in termini di atteggiamento creativo e ad un livello più generale inerente la stesura dei progetti.

Vi sono all’interno della Fondazione dei progetti storici che nel tempo hanno subito delle modificazioni ma che mantengono, nella sostanza, la loro validità, valorizzandosi creativamente nel tempo. Dai progetti equestri a quelli di espressione artistica, al teatro, ma anche negli aspetti del quotidiano non mancano aree in continua evoluzione. La creatività dei progetti abbraccia le diverse capacità dell’ospite che trovano, entro l’ampia scelta di attività a disposizione, uno spazio d’espressione.

Dal gruppo cucina a quello di psicoterapia l’obiettivo è dare respiro alle diverse aree, partendo sempre dalle potenzialità della persona da un lato e dalla libertà di scoprirne dall’altro. La creatività diventa ricreatività dell’ospite nel senso di aiutare a ri-creare ciò che è andato perso o sostenere la motivazione dove risulta carente, lavorare sul potenziamento delle parti sane e tentare nuove strade. L’esperienza teatrale della Fondazione, ad esempio, non è solo una parte artistica ed espressiva ma è uno spazio di comunicazione importante.

L’innovazione

Per innovazione intendiamo una mentalità operativa capace di aprire nuove prospettive di cura e nuove modalità di intervento entro una dimensione di lavoro che, nel suo evolvere, si traduca in termini concreti nella realizzazione di progetti: progetti nati da spazi di pensiero nuovi, insaturi e sempre aperti al cambiamento. L’innovazione, in questi termini, intesa quindi sostanzialmente come modo di pensare, ha a che fare con lo scambio, con il divenire, con la possibilità di apprendere dall’esperienza e con l’apertura al cambiamento. Cambiamento che per essere efficace, deve mantenere una continuità con il passato, deve essere una trasformazione sullo sfondo costante dell’origine.

I singoli interventi, attività, realizzazione di progetti che partono da un modo sempre nuovo di pensare l’altro. È questo pensiero condiviso e dinamico che si oppone alla staticità per potersi trasformare nell’esperienza ed essere trasformato dalla stessa. Non sono le attività nella loro sostanza ad essere innovative ma lo diventano se i pensieri, le idee che le generano e le attuano nella quotidianità appartengono a questa mentalità condivisa.

Ecco che da questa origine la natura dell’azione diviene traduzione concreta, operativa di un atteggiamento volto, come tutto il Progetto Logos 2015 sostiene, all’attenzione alla persona, all’ascolto, all’abbandono del pregiudizio, alla vicinanza all’ospite nella ricerca costante delle potenzialità, delle possibilità esistenti accanto alle sofferenze portate dalla malattia.

L’innovazione è tradurre in pratica questa mentalità nella realizzazione concreta di progetti e nella creazione di opportunità. Con grande lavoro, fatica e impegno il pensiero deve trovare, ogni giorno, un reale spazio nella quotidianità della vita delle persone che abitano la Fondazione. Il costante tentativo di mettersi in discussione, e di interrogarsi obbliga ad un lavoro su di sé e sugli altri: lavoro che ha come obiettivo non solo la cura ma il tentativo di agire sul cambio di mentalità della collettività intorno a questo tema della malattia psichiatrica pensata ancora, talvolta, come pericolosa e da tenere a distanza.

Creare una cultura intorno al tema significa far passare il messaggio che l’essere portatori di sofferenza psichica è una delle caratteristiche della persona e non è l’unico modo in cui debba essere vista la persona stessa.
Numerose sono le esperienze promosse dalla Fondazione che testimoniano e traducono questo pensiero: dai viaggi oltreoceano a quelli in carrozza, dagli spettacoli teatrali ai convegni, dalle manifestazioni culturali alle feste aperte al pubblico, si creano momenti in cui la popolazione entra in contatto con il mondo del disagio psichico. Attraverso la realizzazione di momenti conviviali e culturali, nel contatto con il territorio in generale, la Fondazione ha, dall’inizio a oggi, utilizzato questi momenti come canali importanti e diretti per consentire da un lato agli ospiti di esprimere il loro mondo interno, attraverso linguaggi diversi, e dall’altro per promuovere una cultura nuova intorno alla malattia e il superamento dello stigma ad essa legato.

I fronti, quindi, che i progetti vanno a toccare sono molteplici e vanno dalla funzione terapeutico-riabilitativa all’espres- sione di sé e all’arte intesa come capacità di emozionare.

La Fondazione ha sempre mantenuto lo sguardo sui cambiamenti dei piani triennali sulla salutementale che la Regione Lombardia ha promulgato negli anni:

  • il contributo alla definitiva chiusura dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico di Bergamo;
  • l’apertura dei servizi semiresidenziali;
  • l’accoglienza di ospiti autori di reato per i quali è stata disposta una misura non detentiva alternativa all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario;
  • la diversi cazione dei servizi caratterizzati da diversi livelli di intensità riabilitativa e assistenziale;
  • la riflessione sulla residenzialità leggera;
  • l’apertura di appartamenti.

Restando al passo con i tempi la diversificazione dell’offerta ha mantenuto l’attenzione ai bisogni via via emergenti e all’accoglienza delle nuove fragilità. Innovazione è pensare per possibilità e non per limiti. Innovazione è sostituire alla malattia la vita.