Esistono le certificazioni per la sostenibilità ambientale e per la qualità e molto presto potrebbe arrivare l’attestazione che certifica l’impegno nella responsabilità sociale attraverso l’assunzione di persone con disturbi mentali. In Toscana si sta lavorando proprio per questo, si sta ideando un brand da assegnare a tutte quelle imprese che si saranno dimostrate virtuose in questo senso. Il tutto è legato ad una iniziativa che la Regione sta conducendo a Pistoia attraverso la collaborazione della cooperativa Saperi Aperti e grazie alla collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Toscana Centro.

Il progetto si basa sull’evidenza che il lavoro, strumento di autonomia e riabilitazione, permette a coloro in difficoltà di uscire dal sistema di assistenzialismo. Infatti circa 17 milioni di persone in Italia soffrono di malattie mentali, anche lievi, e uno dei problemi più grossi per loro è proprio la mancanza di lavoro, che addirittura aggrava i disturbi stessi. Marina Babboni, dirigente responsabile dei Servizi per il Lavoro di Massa Carrara, Lucca e Pistoia della Regione Toscana, ha spiegato: “Un progetto che punta a superare lo stigma rivolto ancora oggi alle persone che si trovano ad affrontare disagi psichici. La scommessa, in un momento in cui le difficoltà del mondo del lavoro sono comuni a molti, è quella di coinvolgere i datori di lavoro, parlare alla loro sensibilità, per poter offrire alle persone con fragilità percorsi personalizzati di inserimento lavorativo, dal tirocinio, alla borsa lavoro fino al contratto a tempo indeterminato”.

Nella quotidianità questo progetto si traduce in un accompagnamento dei malati durante l’inserimento, preceduto da interventi di orientamento e da laboratori e corsi. D’altra parte è necessaria anche un’opera di sensibilizzazione delle imprese. Babboni a tal proposito ha chiarito: “Abbiamo avuto riscontri molto positivi dalle aziende, molte del settore florovivaismo, che hanno già aderito al progetto. Superate le difficoltà iniziali le esperienze avviate hanno dato vita a buone pratiche, che avranno presto un loro riconoscimento.

Il progetto è finanziato dai fondi della Regione stanziati appunto per l’occupazione dei disabili dell’agenzia Saperi Aperti ed è realizzato anche grazie alla collaborazione dei familiari che partecipano alla progettazione dell’iniziativa insieme agli organi pubblici territoriali.