Dopo il taglio del nastro il primo evento della Microsoft House è stato dedicato al Terzo settore. Nella mattina di giovedì 16 febbraio, infatti, si è tenuto l’annuale appuntamento con “Tecnology for Good”, la tecnologia per il bene comune. La nuovissima sede nell’edificio progettato da Herzog & De Meuron, che si affianca a quello della Fondazione Feltrinelli in viale Pasubio nel centro di Milano, come spiegato da Paola Andreozzi, direttore Csr di Microsoft Italia vuole essere «una casa che nasce non solo per essere un ufficio ma un luogo aperto» e questo anche grazie alle oltre 800 finestre (832 le vetrate) che sono «occhi con cui guardare il mondo». Sei i piani di questa nuova sede di cui tre aperti alla città.

A fare da fil rouge alla mattinata l’idea che la trasformazione digitale può favorire la creazione di una società più inclusiva e solidale proprio pensando al fatto che per le ong essa si misura nella capacità di creare relazioni. E proprio su questi temi è intervenuta Paola Cavallero, direttore marketing e Operations di Microsoft Italia che nell’affrontare quella che ha definito la rivoluzione digitale del XXI secolo ha sottolineato come questa sia una «rivoluzione culturale anche per il Terzo settore grazie al “Cloud per il bene comune”. Il nostro ruolo e la nostra missione», ha chiosato «è quello di diffondere la cultura digitale anche nel mondo non profit».

A livello globale l’obiettivo di Microsoft, annunciato nel 2016 per il triennio è quello di donare 940 milioni di dollari di tecnologie alle ong così che queste possano raggiungere i loro obiettivi. In Italia sono 6.500 le organizzazioni non profit che hanno beneficiato di donazioni tecnologiche per un controvalore economico del software pari ad oltre 67mila dollari.

Nella nuova sede è presente anche una classe digitale che si prevede possa accogliere nel corso del 2017 4.000 studenti e 1.000 dirigenti scolastici, con l’obiettivo di mettere a loro disposizione tecnologie, competenze, momenti di formazione e occasioni di confronto sulle opportunità del digitale. «A livello dell’Unione europea si prevede che da qui al 2020 ci saranno 900mila nuovi posti di lavoro grazie alle nuove competenze tecnologiche» ha aggiunto. In sostanza, ha continuato Cavallero se l’obiettivo è l’inclusione «lavorare con il Terzo settore è lavorare in un ecosistema in cui incontrarci e portare avanti i progetti». Progetti che vedono diverse collaborazioni come quella con Fondazione mondo digitale per l’educazione tecnologica dei rifugiati e favorire in questo modo la loro inclusione.

All’appuntamento con il Terzo settore era presente Davide Minelli, direttore di TechSoup Italia, il programma di donazione di tecnologie per il non profit, ma non sono mancati gli interventi di altri relatori come Paolo Venturi, direttore di Aiccon e un faccia a faccia tra l’onorevole Antonio Palmeri e l’assessore comunale Pierfrancesco Majorino.

(Fonte: Vita.it)