A Reggello, in Toscana, è nata l’Oda Farm Community, un’azienda agricola gestita da persone affette da forme di disabilità, ospiti della Fondazione Opera Diocesana Assistenza. La fattoria ospiterà 10 persone, che risiederanno in maniera permanente proprio nella struttura, mentre altre 15 visiteranno la fattoria quotidianamente. Il lavoro agricolo, la vita all’aria aperta e la gestione pratica della fattoria diventeranno uno dei cardini delle terapie riabilitative dei pazienti. A seguirli durante la giornata di lavoro in fattoria vi sarà un team multidisciplinare composto da educatori, oss, infermieri e medici. Insieme a loro gli opsiti potranno svolgere anche diversi laboratori, per esempio di giardinaggio o di cucina, o ancora dei corsi per prendersi cura della propria stanza col fine di promuovere la loro autonomia. Le mansioni agricole e lo svago saranno comunque svolte in un ambiente protetto al cui interno si stimolerà la condivisione dell’esperienza tra gli ospiti per creare così un momento di comunicazione e relazionale.

Il presidente della Fondazione Opera Diocesana, don Fabio Marella ha detto: “Quello di oggi, per i nostri amici disabili, è un punto di arrivo e un punto di partenza. Corona, infatti, un percorso che ha permesso loro di conquistare un’autonomia che da oggi potrà crescere ulteriormente, giorno dopo giorno, inseriti in questo ambiente dall’atmosfera familiare, e per di più immersi nella natura, in un contesto che si presta anche alla costruzione di un saldo legame con il territorio circostante”. Ha commentato così l’assessore regionale per il Diritto alla Salute, Stefania Saccardi: “Si tratta di una bella struttura, in grado di arricchire l’offerta sulla disabilità con la garanzia della Fondazione ODA, una realtà che da sempre interviene nel settore con esperienza e capacità. La fattoria di Reggello propone un modello di intervento innovativo che bene si inserisce nel lavoro portato avanti dalla Regione Toscana, un impegno che persegue un approccio attivo nei confronti delle persone con disabilità”.

Infine è bello sapere che il progetto è stato reso possibile da una serie di atti di generosità come quello di Maria Antonietta Salvucci, che ha messo a disposizione il podere, attraverso la fondazione in memoria dei suoi genitori, l’eredita ricevuta dalla Fondazione Oda da don Silvano Puccini e il contributo della Fondazione CR Firenze che ha co-finanziato la ristrutturazione della struttura.