A fine aprile a Firenze si è tenuto il XVIII Congresso Mondiale di Psichiatria Dinamica, organizzato da un Comitato Scientifico Internazionale e coordinato in Italia dall’ International Foundation Erich Fromm. I 160 speaker internazionali, tra cui psichiatri e psicologi, si sono trovati pressoché d’accordo che sono in arrivo nuovi disturbi mentali: l’ansia e le dipendenze tecnologiche. Anche se non saranno veri e propri “nuovi” disturbi, saranno sicuramente i trend con cui il settore dovrà fare i conti nei prossimi tempi.

L’indagine presentata durante il convegno è stata condotta in tutto il mondo e rivela che depressione, ansia, disturbi neuropsicologici legati al sonno e all’attenzione, disturbi neuro cognitivi e dipendenze da tecnologia sono delle problematiche in crescita e aumenteranno anche di più nel prossimo futuro. Il 60% degli esperti ritiene che le malattie saranno maggiormente legati alla dipendenza delle tecnologie, e, a seguire, ad ansia, amnesia e demenza:  in particolare, in Italia, si parla di disturbi neuropsicologici (49%), ansia (23%) e depressione (28%), di cui il 60% si connota come forma reattiva, caratterizzata da umore cupo e crisi di panico frequenti.

Ezio Benelli, presidente del Congresso ha affermato che: “Il congresso ha permesso di fare una riflessione della salute a livello mondiale grazie al coinvolgimento di importanti esperti ed accademici che hanno risposto ad un questionario. Ad emergere con forza è che la situazione italiana delle malattie mentali vede un netto aumento di problematiche soprattutto legate alla nutrizione e di depressione reattiva. Questo soprattutto nelle regioni più industrializzate, dove si produce più ricchezza e dove, paradossalmente, la qualità della vita è peggiore perché si guadagna di più e si perde in autenticità, generando con maggiore frequenza l’insorgenza di problemi mentali”.

Vera Slepoj aggiunge: “Quello che dicono gli esperti è molto interessante perché permette di capire meglio quali sono i comportamenti in corso a livello sociale e soprattutto ci permettono di fermarci a fare delle riflessioni: se l’ansia rappresenta una delle malattie del futuro, è bene pensare ad un superamento della farmacoterapia, con un migliore stile di vita. Analizzando le patologie del futuro a livello globale, emerge che la società attuale è caratterizzata da una forma di industrializzazione postmoderna che va a discapito della qualità della vita, tanto da generare implicazioni patologiche. Questo, insieme a come vincere le nuove dipendenze, sono le sfide de futuro. Dobbiamo interrogarci tutti su come affrontare il futuro e come migliorare la collettività della popolazione mondiale”.