Il museo di storia della psichiatra, ospitato nel padiglione Lombroso dell’ex-Istituto psichiatrico San Lazzaro a Reggio Emilia, è stato aperto al pubblico nel 2012 ed attualmente fa parte dei musei civici. Sembra però imminente la sua trasformazione in museo nazionale della psichiatria, se sarà approvata prima della scadenza della legislatura la proposta di legge che giace in parlamento da una quindicina d’anni.

I deputati reggiani del Partito democratico, che l’hanno riportata all’ordine del giorno della Camera, sono ottimisti: «Mercoledì scorso – riferisce Maino Marchi – abbiamo superato un passaggio importante. È stato approvato l’emendamento esposto dalla collega Vanna Iori, relatrice, che prevede la nascita di una fondazione di cui faranno parte il ministero dei Beni culturali, la Regione, i comuni di Reggio e Modena e gli altri comuni dell’Emilia Romagna che vorranno aderire. Essa avrà il compito di istituire il Museo nazionale della psichiatria e di promuovere una rete nazionale di enti locali e aziende sanitarie che hanno avuto un istituto psichiatrico. Reggio ne diventerebbe il centro».

L’idea di un museo nazionale sta per maturare alla vigilia del quarantennale della legge Basaglia, che nel 1978 dispose la chiusura dei manicomi.

L’attuale sblocco è dovuto al sostegno di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, e di Flavia Piccoli Mandelli, presidente della commissione cultura della Camera. «La strada – spiega Marchi – è spianata dal fatto che Franceschini mette a disposizione il fondo per i musei creato con la legge di stabilità del 2016. Su un totale di dieci milioni all’anno si prevede che 500mila euro siano stanziati per il museo della psichiatria. Si ipotizza uno stanziamento di duecentomila euro per le iniziative da organizzare in occasione del quarantennale della legge Basaglia. Il nuovo testo di legge sarà esaminato entro settembre da tre commissioni della Camera. Una volta approvato, contiamo che anche il Senato lo vari al più presto».

 

Fonte @ Gazzetta di Reggio