Da oggi in Dolomiti, a Coredo, c’è una nuova casa per i ragazzi autistici per restituire loro la dignità e un ruolo sociale, Casa Sebastiano. Cinquanta medici, psicologi, fisioterapisti e psichiatri accoglieranno i primi 75 ospiti. La struttura offre riabilitazione intensiva, accoglienza diurna, residenzialità e formazione di personale specializzato. Una persona può essere curata, fino a rientrare attivamente nella vita sociale.

Il progetto è nato con l’idea di dare uno spazio al di fuori delle proprie case ad un bambino su 150 e a oltre 400.000 adulti in Italia che sono affetti da varie forme di autismo. Così, nel 2009, sei famiglie, che vivono in prima persona questo tipo di situazioni, si incontrarono con l’obiettivo di cambiare il mondo di chi non riesce e mettere in ordine le emozioni, a parlare la lingua comune degli umani.  I genitori decisero di curare insieme i propri figli all’interno di una casa comune. Dopo una prima reticenza anche il comune ha approvato il progetto. Mancavano però i soldi, e qui è intervenuto l’imprenditore locale Giovanni Coletti, padre anche lui di due gemelle affette da disturbi dello spettro autistico, che si è inventato scrittore e ha pubblicato “Sfigatamente fortunato”, un libro che racconta la sua storia: “Un giorno – dice – decisi che era ora di provarci. Se ce l’ho fatta io, ce la fai anche tu”. Altre risorse sono giunte dal progetto “Bambini delle fate” , in cui amici e volontari si sono reinventati cuochi, artigiani, fotografi e contadini.

Oggi, a Coredo, in occasione della giornata mondiale dell’ONU per l’autismo e con la presenza della senatrice a vita Elena Cattaneo, si inaugura il più avanzato centro per l’autismo d’Europa.  Sarà disponibile anche una stanza multisensoriale e interattiva, l’unica in Italia, che aiuta a percepire la realtà attraverso colori, suoni e profumi. Per questa bella iniziativa sono stati necessari: 100 soci, una fondazione, 1.500 volontari, 4 cooperative e la generosità dei massimi scienziati di questa patologia.

La grande novità è che, quando spesso l’autismo costringe le famiglie a vendere tutto per pagare l’assistenza, nessuna spesa è prevista per gli ospiti. Inoltre la struttura prevede il reinserimento sociale e lavorativo degli ospiti. Coletti spiega che : “Ci siamo accorti che dopo i 18 anni i ragazzi autistici spariscono. Per l’istruzione e per la sanità, smettono di esistere. Qualcuno finisce nei centri psichiatrici, qualcuno nelle strutture di contenimento, qualcuno viene chiuso in casa. Parliamo di persone che hanno risorse immense, un patrimonio collettivo, non un debito sociale”. Lui stesso ha già assunto tre ragazzi. Ma non finisce qui: con il Politecnico di Milano si aprirà un laboratorio di design, con la cooperativa Social.Nos si avvierà un’azienda agricola biologica e si lavora per la stalla, il pollaio e il caseificio, il palazzo accanto, diventato B&B, che sarà gestito anche con l’aiuto dei ragazzi, dieci piccole case-clima ( da costruire) nel giardino saranno destinate a color che saranno sufficientemente autonomi e potranno così costruirsi una vita piena.

Un’iniziativa quasi magica che vuole dare visibilità a persone troppo spesso destinate a sparire nella società moderna. La stessa magia che ha colpito Colletti, che dice: “Sono un egoista. Pensavo solo ai soldi. La mia ossessione era una Ferrari. Due figlie autistiche mi hanno fatto scoprire la vita bella. I miei sogni sono la felicità e la libertà per migliaia di persone condannate a non esistere. Ricevo molto più di ciò che do”.