Si allarga Villa San Giacomo, la casa alla Ponticella di San Lazzaro, voluta dall’allora arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Lercaro, per ospitare i ‘suoi’ ragazzi del collegio internazionale. Oggi è stata inaugurata una nuova ala che ospiterà adolescenti e gruppi appartamento per adulti con problemi psichiatrici. Accanto a chi studia all’università, con borse di studio, vivranno in una casa-comunità anche giovani in difficoltà.

A tagliare il nastro di Casa San Giacomo, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, insieme al direttore sanitario dell’Ausl, Angelo Fioritti, al presidente della coop Nazareno, che gestirà la casa-comunità, Sergio Zini, e a monsignor Ernesto Vecchi, presidente dell’opera diocesana Madonna della fiducia, proprietaria di Villa San Giacomo.

“Non si sono stati dubbi sulla necessità di destinare la struttura agli adolescenti – sottolinea Fioritti – sono i giovani che stanno pagando il prezzo più alto di questo periodo”. Per questo, Fioritti lancia un appello per “creare una grande alleanza educativa a Bologna: non è più rinviabile”. La sindaca Conti annuncia, su questa linea, la partenza in gennaio del progetto “Scuole aperte” alle medie. Il richiamo all’educazione è condiviso anche da Zuppi. “Senza educazione si lascia soli. Invece occorre farsi carico, dare fiducia, quella che in genere noi diamo poco e calcolata”. L’arcivescovo benedice il modello di comunità inaugurato: “Certe fragilità mettono paura, il vero modo di sconfiggere la paura è questo”.

Zuppi si lancia poi in un elogio della cooperazione sociale. “A Roma abbiamo dato un pessimo esempio- dice il vescovo, e il riferimento è a Mafia Capitale – ma la cooperativa è una cosa seria. E’ uno strumento straordinario”. Del complesso di Villa San Giacomo fa parte anche Villa Edera, che negli negli ultimi anni è stata la residenza del cardinal Giacomo Biffi, scomparso nell’estate del 2015. “Insieme all’arcivescovo dovremo decidere cosa farne”, dice monsignor Vecchi. Dopo i lavori di restauro, realizzati tra il 2007 e il 2011 e costati circa quattro milioni di euro (finanziati con la vendita di Villa Puricelli a Varese, ricevuta in eredità dalla Curia), Villa San Giacomo ha riaperto nel 2012 e oggi ospita 34 ragazzi provenienti da famiglie povere, mantenuti agli studi accademici. Un terzo di loro sono stranieri arrivati da Libano, Giordania e Albania tramite le nunziature apostoliche, con l’obiettivo di un rientro in patria una volta finiti gli studi, per aiutare lo sviluppo delle comunità di origine. L’intenzione è arrivare a 50 studenti, cercando di portare via i ragazzi da zone di guerra come la Siria o disastrate come Haiti.

La nuova ala inaugurata stamattina è invece stata destinata al progetto di comunità residenziale educativo integrata. Si tratta di appartamenti grandi, luminosi e molto curati, con nove posti per gli adulti e, al secondo piano, sei per i ragazzi. La vita all’interno della comunità è scandita da attività cliniche, riabilitative e formative, con la presenza di operatori. Si tratta in sostanza di una tappa intermedia, dove le persone con disturbi psichiatrici vivono in una condizione di semi-autonomia prima del rientro in famiglia.

Il servizio offre un supporto all’interno di una abitazione a persone seguite dal Dipartimento di Salute mentale. Casa San Giacomo, invece, svolge una funzione terapeutica e di sostegno a minori in situazione di forte disagio. Può accogliere bambini e adolescenti con disturbi psicopatologici che non necessitano di assistenza neuropsichiatrica in strutture intensive o che presentano seri problemi del comportamento in seguito a traumi, sofferenze, violenze subite od assistite.