Nel percorso di cura e riabilitativo di sei ragazzi del centro di salute mentale della Ulss3 nel distretto di Chioggia oggi c’è anche la cura di un orto ”sinergico”.

Un progetto nuovo per il territorio reso possibile anche dalla collaborazione della cooperativa sociale Giotto. Oltre alle coltivazioni da terra, tutte specialità locali, nell’appezzamento di terra trovano spazio anche alberi da frutto in un progetto complessivo studiato dalla cooperativa Giotto. Il presidente Nicola Boscolo ha spiegato che: “Rispetto all’orto tradizionale quello sinergico prevede la convivenza di piante che promuovono l’autofertilità. Inoltre la sua coltivazione viene fatta in maniera naturale, senza fertilizzanti, avvalendosi della cosiddetta pacciamatura, ossia di un composto di foglie e paglia che protegge la superficie da coltivare e la preserva anche dagli sbalzi climatici. Sempre a protezione delle verdure e della frutta che vi crescono, si sono aggiunti anche i ricci che di notte si muovono liberamente all’interno dell’orto liberandolo dalle lumache”.

Oltre che la valenza agricola del progetto sinergico così concepito, è chiaro il valore sociale, cioè combattere il pregiudizio verso le persone con malattie psichiatriche. Infatti la direttrice del centro di salute mentale ha sottolineato come ancora sia forte l’idea generale che il centro di cura sia un posto che deve rimanere chiuso in se stesso. Con questa iniziativa si pongono invece le basi per una apertura verso la società e una collaborazione con il resto della comunità.

Il direttore generale della Ulss3, Giuseppe Dal Ben, ha detto: “Quando mi hanno spiegato il progetto e l’ho visto nascere ne sono stato entusiasta. E’ come tornare alle radici della nostra cultura, ritornando a coltivare la terra in maniera naturale, senza artifizi, riscoprendo i valori di un’agricoltura biologica ed ecocompatibile. Un lavoro della terra quotidiano che ha visto appassionarsi sei ospiti del nostro Centro di Salute Mentale, con l’ottica che mentre essi curano l’orto, anche l’orto a sua volta si prende cura di loro”.