Il 10 ottobre, si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day). Istituita per la prima volta nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e supportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche connesse al concetto di salute mentale e promuoverne la cultura.

Tema di questa edizione 2022 è: ‘Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale’. Pandemia, guerra, emergenza climatica stanno mettendo a dura prova le persone: è prioritario garantire a tutti un supporto psicologico per ritrovare il giusto equilibrio tra mente e corpo.

Il Dott. Edward Callus, Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica all’IRCCS Policlinico San Donato e Ricercatore di Psicologia Clinica nel dipartimento di Scienze Biomediche all’Università degli Studi di Milano, ci spiega cosa si intende per salute mentale, chi sono i professionisti che la curano e quando è importante rivolgersi a loro per chiedere aiuto.

Mens sana in corpore sano’: cosa si intende per salute mentale

La salute mentale è un concetto ampio che si riferisce ad uno stato di Benessere generale dell’individuo e non si esaurisce nella mera assenza di patologia o di disagio di qualsiasi genere. Godere di una buona salute mentale significa raggiungere uno stato di equilibrio interiore che consente di utilizzare, in caso di necessità, tutte le risorse fisiche, cognitive, emotive, sociali, di cui si dispone, per affrontare le innumerevoli sfide che la vita pone, in modo efficace. 

Nella società odierna non vi è più una separazione tra corpo e mente e perciò la salute mentale non si riferisce esclusivamente ad un benessere psicologico, ma al benessere globale della persona, perché occuparsi della propria mente significa occuparsi al contempo del proprio corpo e dunque della propria salute in generale.

Perché è importante parlare di salute mentale

La sofferenza mentale è da sempre, e talvolta ancora oggi, accompagnata dalla paura, dalla vergogna, dal pregiudizio, dallo stigma dell’incurabilità, portando le persone che vivono 1 o più disagi psichici a resistere e a ritardare l’accesso alle cure.

Ansia, depressione, stress, insonnia, problematiche legate al cibo, sono alcuni dei sintomi più frequenti e comuni, che alle volte possono insorgere in forma reattiva, dunque a seguito di un evento traumatico come nei casi di lutto, di perdita del lavoro, di problemi relazionali o di una malattia. Tutte queste possibili reazioni sono influenzate anche dalla propria storia personale, dagli aspetti biologici e individuali, dal contesto in cui si vive.

Spesso la paura di affidarsi ad un professionista, la falsa convinzione di riuscire a farcela da soli, può condurre ad una cronicizzazione di questi sintomi e ad un aggravarsi nel tempo, nel tentativo di nascondersi.

I sintomi ‘ignorati’ a distanza di tempo, diventano ingestibili e invalidanti nella propria vita quotidiana, segnalando la presenza di una sofferenza più profonda. Diventa dunque necessario superare le barriere del pregiudizio, l’ostacolo della paura e trovare la forza e il coraggio per chiedere aiuto, alla luce del fatto che la maggior parte dei disagi psichici è curabile e gestibile.

I disturbi mentali: quali sono?

I più frequenti e comuni disturbi psichici, facendo riferimento al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, giunto quinta edizione (anche chiamato DSM-5) sono:

  • disturbi d’ansia;
  • depressione (o disturbi depressivi);
  • disturbo bipolare;
  • schizofrenia;
  • dipendenze;
  • disturbi dell’alimentazione.

I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione

Non è sempre facile riconoscere quando si sta vivendo uno stato di sofferenza psicologica. Diventa fondamentale imparare a individuare i segnali di malessere che, a lungo andare, diventano dei veri e propri campanelli d’allarme, ai quali bisogna prestare attenzione per evitare di incorrere nella cronicizzazione di disturbi e di disagi, nella consapevolezza che se presi tempestivamente risulterebbero curabili.

I principali campanelli d’allarme che segnalano la presenza di un disturbo mentale sono:

  • alterazione dei bisogni fisiologici (fame, sonno, ecc.);
  • isolamento, apatia, riduzione degli interessi;
  • alterazioni del tono dell’umore;
  • problemi di concentrazione, di memoria;
  • sensazione di derealizzazione e di scollegamento da se stessi e dal contesto che ci circonda;
  • paura, nervosismo ed accentuata sospettosità nei confronti di chi ci circonda;
  • paura eccessiva;
  • senso di irritabilità e/o esplosioni di rabbia;
  • senso di negligenza e scarsa cura di sé.

Va precisato che, per formulare una diagnosi di disturbo mentale e dunque richiedere una visita specialistica, è necessario che essi compaiano contemporaneamente e siano persistenti nel tempo, con una certa intensità, tanto da limitare le attività della vita quotidiana e risultare dunque ingestibili. 

Come chiedere aiuto: prenotare una visita in SSN o in solvenza

All’interno del panorama scientifico è stato ampiamente dimostrato come un intervento precoce aiuti a ridurre i sintomi dei disturbi mentali, evitandone così la cronicizzazione e il ricovero ospedaliero, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone.

In tutte quelle situazioni ove compaiono i primi segnali di disagio e di malessere, descritti nel paragrafo precedente, le persone possono richiedere un aiuto attraverso 2 formule descritte brevemente qui di seguito.

Nei casi in cui si desideri usufruire della convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), il primo passo è quello di rivolgersi al proprio medico curante che, dopo un’attenta analisi e una prima valutazione dei segni e dei sintomi, potrà prescrivere un’impegnativa con l’indicazione della tipologia di visita da effettuare. In seguito, la persona potrà recarsi con l’impegnativa esclusivamente in strutture convenzionate con SSN e prenotare la visita specialistica indicata dal proprio medico.

Diversamente, qualora si desideri accedere alle cure in regime di solvenza, il primo passo consiste nel contattare un professionista (psicologo, psicoterapeuta, neuropsicologo, neurologo, psichiatra ecc.) e fissare un colloquio conoscitivo per un primo inquadramento, così da essere indirizzati verso il percorso più in linea e adeguato alla condizione clinica.

A volte, come già sottolineato, la scarsa conoscenza dei sintomi, dei disturbi mentali e delle relative manifestazioni, dell’iter di presa in carico, delle figure e relative competenze, richiede necessariamente che venga effettuato un primo passaggio di condivisione e di confronto con il proprio medico curante, il quale potrà indirizzare la persona in modo più preciso e in linea con le reali necessità.

Quali sono i principali professionisti che si occupano della Salute Mentale?

Sono diversi i professionisti che si occupano della salute mentale. Vediamo insieme chi sono.

Lo psicologo

Tra le figure principali che si occupano di salute mentale c’è lo psicologo. L’esercizio di tale professione prevede un percorso di studi universitario che ha una durata di 5 anni, un successivo anno di tirocinio in strutture pubbliche o private convenzionate con le Università di appartenenza, il superamento dell’esame di stato che garantisce l’iscrizione all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi della regione prescelta e successivamente l’avvio della professione.

Occorre fare un’importante precisazione: lo psicologo non è un medico e pertanto non può prescrivere farmaci (nemmeno lo psicologo clinico). Egli svolge attività di: prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, riabilitazione, sostegno e consulenza in ambito psicologico (legge 56/1989).

Lo psicologo, per supportare la persona che sta attraversando un momento di disagio e per formulare una diagnosi accurata, utilizza dunque, esclusivamente, il colloquio clinico e test standardizzati, validati a livello mondiale.

Lo psicoterapeuta

Al termine del percorso di laurea, lo psicologo, in maniera del tutto facoltativa, può specializzarsi presso una delle Scuole di Psicoterapia riconosciute dal MIUR e acquisire così, dopo una specifica formazione, della durata almeno quadriennale, il titolo di Psicoterapeuta.

Lo psicoterapeuta utilizza, oltre agli strumenti condivisi con lo psicologo, tecniche di diagnosi e di intervento specifiche del proprio modello teorico di riferimento, per intervenire efficacemente per la cura e il trattamento dei disturbi psicologici o psicopatologici.

Lo psicoterapeuta può essere uno psicologo oppure un medico, nella maggior parte dei casi uno psichiatra.

L’obiettivo di un percorso di psicoterapia è la cura e la promozione di un cambiamento nelle modalità risultate invalidanti su un piano cognitivo, emotivo, relazionale e comportamentale.

Il neuropsicologo

Il neuropsicologo è uno psicologo che, attraverso l’utilizzo di test neuropsicologici standardizzati e validati, si occupa della valutazione e, laddove possibile, della riabilitazione del funzionamento cognitivo e delle sue possibili alterazioni conseguenti a una lesione o a disfunzioni del sistema nervoso centrale.

Soltanto a seguito di un accurato esame neuropsicologico, egli identifica la presenza e la gravità dei deficit cognitivi che possono interessare varie aree (attenzione, memoria, linguaggio ecc.) e, sulla base di tale indagine, egli programma un intervento riabilitativo personalizzato.

Lo psichiatra

Lo psichiatra, diversamente dallo psicologo e talvolta dallo psicoterapeuta, è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Psichiatria. Egli si occupa di:

  • disturbi mentali prevalentemente da un punto di vista fisico-fisiologico;
  • richiede e valuta indagini mediche;
  • prescrive farmaci generici e/o psicofarmaci.

Il neurologo

La salute mentale, nella sua accezione più ampia, si riferisce anche a problematiche che interessano il cervello, il midollo spinale e i nervi. In tutti questi casi è necessario rivolgersi al Neurologo, quale medico specializzato in Neurologia che tratta e gestisce farmacologicamente le problematiche che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico, ovvero le malattie e i disturbi a carico del sistema nervoso e i meccanismi fisiopatologici implicati.

Il medico di Medicina Generale

Spesso, ancora oggi, lo stigma, la paura del giudizio o la scarsa conoscenza dei processi e dell’iter di presa in carico, portano le persone che avvertono un disagio psichico di qualsiasi entità, a rivolgersi al medico di Medicina Generale. Sulla base di un rapporto di fiducia costruito nel tempo, assume un ruolo principale e prioritario nell’accogliere il disagio che il più delle volte esordisce a livello fisico-fisiologico. Egli stesso si trova ad indirizzare il paziente al professionista più indicato e con competenze specifiche.

Fonte: grupposandonato.it

https://www.grupposandonato.it/news/2022/ottobre/salute-mentale-cosa-sapere

Credit: Foto di Mary Pahlke da Pixabay