L’età evolutiva è caratterizzata da diverse emozioni, di varia intensità, tra le quali l’ansia, un disagio che può manifestarsi durante lo sviluppo. L’ansia in età evolutiva è molto frequente perché le situazioni nuove sono molto comuni. Sempre più cittadini italiani soffrono di ansia: secondo il Rapporto Istat del 2017, gli individui con disturbi d’ansia in Italia sono oltre 2 milioni e mezzo.

Un bambino felice sarà un uomo maturo. È la frase incisa sulla targa all’ingresso della UOC di Neuropsichiatria Infantile (NPI) del Policlinico Umberto I di Roma, in ricordo del suo fondatore, il Prof. Giovanni Bollea. Policlinico News ha dedicato un approfondimento al tema, distinguendo le sue manifestazioni, come l’ansia da fisiologica può diventare patologica e offrendo indicazioni su quando è opportuno un intervento da parte dello specialista.

COS’É L’ANSIA E COME PREVENIRE LO STATO DI DISAGIO

L’ansia è uno stato d’animo filogeneticamente determinato che, secondo i neuropsichiatri dell’età evolutiva, fa parte della crescita e delle proprie difese istintuali. Aiuta l’individuo ad affrontare le situazioni nuove che si presentano, per esempio nel rapporto con se stesso, con gli altri, con l’ambiente.

La prevenzione del disagio parte dall’osservazione di eventuali situazioni critiche che rompono l’equilibrio tra i fattori di vitalità e quelli di stress, con una prevalenza per lo stress.

È importante riconoscere lo stato di disagio e intervenire in modo mirato per eliminare o impedirne le cause, promuovendo i fattori di crescita e il potenziamento della salute mentale.

ANSIA E SALUTE MENTALE

Secondo la definizione dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute mentale “è uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.

Fin dall’età infantile, le esperienze emotive concorrono allo sviluppo di una sana salute mentale. Un ruolo importante è assunto sia dalle emozioni positive ma anche, entro certi limiti, da quelle negative, che mettono alla prova la nostra capacità di reagire a stimoli stressanti per le quali ricercare soluzioni utili al nostro benessere. Nell’affrontare nuove situazioni, la componente positiva corrisponde ai fattori che generano vitalità, quella negativa invece ai fattori che generano stress.

DIFFERENZA TRA ANSIA FISIOLOGICA E PATOLOGICA

“La cosa importante – sottolinea il Prof. Ugo Sabatello, Neuropsichiatra della NPI dell’Umberto I, Responsabile di un Servizio che si occupa di Psicopatologia dell’Infanzia –  è distinguere tra quelle che sono le ansie fisiologiche della crescita, presenti sia nei bambini molto piccoli che negli adolescenti, da quelle patologiche che, invece, limitano lo sviluppo e che richiedono un intervento specialistico”.

L’ansia diventa patologica quando è incongrua, troppo stabile, cioè quando non cambia e, soprattutto, quando va a limitare la crescita del bambino e della sua famiglia, diventa un problema e gli impedisce così di fare delle cose, limitandolo nel suo sviluppo. Il Professore ha chiarito anche che questo tipo di ansia invece di essere un segnale d’allarme o qualcosa che aiuta, diventa una forma di patologia, rispecchiando la descrizione dell’OMS.

QUANDO INTERVENIRE

In strutture specialistiche, come quella del Policlinico Umberto I, Sapienza, Università di Roma esiste un Servizio che si occupa di bambini e dell’età evolutiva per accogliere delle situazioni di ansia. L’ansia può avere varie espressioni, come l’ansia scolare, l’ansia di prestazione, le fobie, le complicazioni che la portano a trasformarsi in disturbi psico-patologici più significativi e più gravi, come ossessività o disturbi dell’umore, perché le situazioni in età evolutiva si trasformano.

“Sicuramente nei bambini si tratta prima di tutto di capire quella che è la motivazione dell’ansia: spesso risiede nell’ambiente familiare, nell’interazione tra quel determinato bambino, con le sue caratteristiche e l’ambiente che lo circonda”, ha proseguito il Prof. Sabatello. L’importante è capire il tipo di ansia, la particolare situazione del bambino e della sua famiglia.

Una volta compreso anche il “significato evolutivo” dell’ansia, si può pensare a come intervenire. Quando l’ansia riguarda questa la fascia di età evolutiva, si cerca di utilizzare il meno possibile i farmaci, bensì un approccio psicologico, sotto forma di psicoterapie: dinamica, cognitivo–comportamentale, ecc.

Fonte: bussolasanita.it

http://www.bussolasanita.it/schede-2769-le_manifestazioni_dell_ansia_nell_eta_evolutiva