Allenare il corpo per curare la mente, meglio se di- vertendosi.

È un’esperienza originale quella che gli ospiti della Cascina Germoglio di Verdello, la comunità riabilitativa per persone affette da disturbi psichici della Fondazione Emilia Bosis, stanno sperimentando da qualche anno sulle rive dell’Adda. In realtà, più che una sperimentazione il progetto che li vede protagonisti nell’attività di voga veneta, rappresenta ormai una caratteristica di questa comunità.

Incoraggiato dal presidente Pier Giacomo Lucchini, abile vogatore, e alimentato dall’amicizia e dall’incitamento del campione veneziano Rudi Vignotto (un’autentica stella della disciplina), il progetto coinvolge una ventina di persone, tra operatori e ospiti del centro diurno di Verdello.

Il campione Vignotto

«È un’iniziativa importante per diversi aspetti – spiega il presidente Lucchini –. C’è quello puramente sportivo, fatto di esperienza sul campo, ma anche di corsa e di allenamenti in palestra, che fanno bene al fisico e all’aspetto psicologico. Stare in mezzo alla natura, conoscere la flora e la fauna che popola no i nostri fiumi e portare avanti uno sport di grande tradizione in Veneto, fa bene alla mente dei nostri ospiti e a tutti noi».

Nei giorni scorsi alla Cascina Germoglio è arrivato anche lui, Rudi Vignotto, vin-citore per 17 volte della regata storica di Venezia, leggenda vivente della voga veneta, nipote e figlio di altrettanti famosi vogatori, oggi impegnato insieme alla moglie Luisella Schiavon (vincitrice a sua volta di sei regate storiche femminili) a tramandare il «mestiere» ai loro figli.

Agli ospiti di Cascina Germoglio Vignotto ha provato a trasmettere la passione che lo ha spinto a diventare il numero uno di sempre di questa disciplina.

«È  un’arte  che  portiamo avanti da generazioni –  dice –. Parliamo di uno sport che ti costringe a fare tanti sacri-fici, ma che allo stesso tempo ti fa stare lontano dai vizi, av- vicinandoti ai valori, alla salute e a una profonda armonia interiore. La stessa che possono trovare anche questi ragazzi».

Gli stage in laguna

Il legame che la Fondazione Emilia Bosis ha costruito con Venezia e con il campione Vignotto si è rafforzato un paio d’anni fa con l’acquisizione di una struttura sull’isola di Torcello, in laguna, utilizzata soprattutto d’estate per stage e brevi periodi di vacanze. In provincia di Bergamo l’attivi- tà della voga veneta e del canottaggio è praticata a Trezzo sull’Adda, dove sono ormeggiate quattro imbarcazioni di proprietà della fondazione.

«Il tema dello sport è uno di quelli che la Fondazione sta approfondendo come strumento per la riabilitazione, che si affianca a tante altre attività – spiega il direttore sanitario Carlo Saffioti –. L’obiettivo è di favorire le relazioni tra ospiti e operatori, che rappresentano un elemento fondante della riabilitazione, per il recupero del rapporto con il proprio fisico e dell’autostima».

E la risposta degli ospiti della comunità sembra esse re positiva: «Caratteristica della Fondazione è quella di proporre attività alternative, consentendo ai ragazzi di sperimentarsi in situazioni diverse per uscire dallo stigma – racconta Nicoletta Fasoli, educatrice del centro diurno Cascina Germoglio –. Quando si fanno insieme attività di questo tipo, si perde la  differenza  che  c’è  tra paziente ed educatore, perché si è tutti in una situazione di fatica, difficoltà, ma anche di gioia. Fuori dal percorso di cura tradizionale, cambia anche il tipo di relazione».

Coinvolgere le scuole

Accanto al progetto della voga veneta e del canottaggio ce ne sono tanti altri che coinvolgono gli animali; «Alcune di queste attività vengono proposte anche alla popolazione esterna – dice l’educatrice Simona Armanelli –; abbiamo in programma di farlo anche con la voga veneta; attorno al progetto ci piacerebbe coinvolgere, per esempio, le scolaresche. Ciò ci permetterebbe di fare della vera integrazione sul campo».

Fonte: Eco di Bergamo

Foto: Credit Fondazione Emilia Bosis