Il narcisismo patologico, definito nel DSM – 5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) come disturbo narcisistico di personalità, fa parte dei 10 disturbi di personalità conosciuti. In primo luogo definiamo cos’è un disturbo di personalità: un pattern costante di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali. Porta a sperimentare un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Solitamente è stabile e di lunga durata e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta. Nel nostro periodo storico è importante tenere presente che la valutazione del funzionamento della personalità deve prendere in considerazione l’ambiente etnico, culturale e sociale dell’individuo. I disturbi di personalità non dovrebbero essere confusi con i problemi legati all’acculturazione che seguono l’immigrazione, costumi o valori religiosi e politici professati dalla cultura di origine dell’individuo.

A livello diagnostico i disturbi di personalità sono raccolti in tre gruppi in base ad analogie descrittive e nel gruppo B sono inclusi il disturbi antisociale, borderline, istrionico e narcisistico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono amplificativi, emotivi o imprevedibili. Il DSM – 5 definisce il disturbo narcisistico come «un pattern caratterizzato da grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia», ma come sappiamo, ormai dai recenti e numerosi studi, la sua manifestazione fenomenologica è ben più ampia ed eterogenea. Prima di descrivere i sottotipi di tale disturbo, possiamo però identificare dei comuni denominatori che ci aiutano a capire che potremmo essere in presenza di questo disturbo. Innanzitutto per questi soggetti il tema del valore personale è centrale, le scelte sono per lo più indirizzate verso il raggiungimento di scopi votati alla performance e al raggiungimento del sé ideale, a discapito di una bassa consapevolezza dei desideri o sensibilità alla prospettiva degli altri. Questo ultimo aspetto implica solitamente un’incompatibilità tra l’amore personale e quello per il prossimo. Quando viene a mancare la soddisfazione del proprio orgoglio personale, il narcisista si sente confuso e senza una direzione nella propria vita. Questo stato mentale è intollerabile per il narcisista che cerca disperatamente di combattere il vuoto e la vergogna attraverso la sensazione di sentirsi speciale.

Come vedremo, questi aspetti centrali possono essere espressi in differenti modalità, o talvolta mascherati, tanto da essere attualmente riconosciuto uno “spettro narcisistico”. All’interno di questo spettro possiamo individuare due sottotipi che sono al centro dell’interesse della comunità scientifica ormai da qualche anno: il narcisismo grandioso e il narcisismo vulnerabile. I narcisisti grandiosi condividono fantasie grandiose, sentimenti di riconoscimento dei propri diritti e mostrano la volontà di sfruttare gli altri per il proprio vantaggio, senza nasconderlo. Tenderebbero a regolare il proprio valore personale attraverso strategie manifeste di auto-accrescimento e svalutazione di coloro che minacciano il proprio valore di sé. L’espressione di tale condizione riguarda l’aperta dimostrazione delle proprie qualità superiori («Sono il numero uno della mia azienda!»), l’uso dell’arroganza e disprezzo verso chi lo ostacola o lo danneggia ingiustamente e l’utilizzo di qualsiasi mezzo per raggiungere i propri scopi. Dall’altra parte, i narcisisti vulnerabili nascondono i sentimenti e tendenze comportamentali grandiose al di sotto di una facciata di inibizione, modestia e preoccupazione per gli altri. Il sottotipo vulnerabile farebbe affidamento principalmente sull’approvazione e validazione delle altre persone per mantenere il proprio valore personale. In tal senso, esso può apparire maggiormente instabile e essere più vulnerabile a esperienze negative come il fallimento, il rifiuto, caratteristiche personali o del partner valutate come difettose. La possibilità di non eccellere viene valutata come mediocrità, e la mediocrità è paragonabile all’insuccesso, a un individuo vuoto che rimarrà per sempre nell’anonimato. Dove non è possibile eccellere, ricorrendo al perfezionismo grandioso, meglio ritirarsi ed evitare di scontrarsi con le critiche (a cui sono ipersensibili), esibendo un atteggiamento timido e umile che permette di schierarsi con coloro che sono vittime di disgrazie peggiori.

Ma non esistono solo questi due sottotipi, sebbene siano i più studiati. Un’altra espressione fenomenologica di narcisismo riguarda coloro che hanno una cattiva rappresentazione di sé e che tendono a disprezzarsi, a essere ostili soprattutto verso se stessi. Questa autovalutazione negativa emerge quando ormai vi è la consapevolezza di non aver raggiunto gli obiettivi grandiosi delle proprie fantasie e di essere quindi un fallimento. Anzi, se l’altro cerca di valorizzarlo, di far notare gli aspetti positivi, diventa oggetto della rabbia e svalutazione secondo il ragionamento per cui l’altro lo costringe a fare cose che non si sente in grado di fare, confermando quindi il suo essere un fallito. È possibile quindi trattare il narcisista e i suoi aspetti caratteriali? Certamente. Quando un narcisista arriva in terapia, difficilmente chiede di lavorare sui suoi tratti di personalità. La richiesta è solitamente legata a sentimenti depressivi, di vuoto o a problematiche relazionali in cui è solitamente è l’altro a essere identificato come il problema. Con il procedere del trattamento poi emergono gli aspetti facenti parte della personalità che rappresentano il reale problema e la persona si sente anche più predisposta ad affrontarli, soprattutto se si è creata una buona alleanza terapeutica. In generale, possiamo identificare dei passaggi fondamentali in terapia che possono aiutare la persona che soffre di questo disturbo, ovviamente gli interventi saranno diversi a seconda del sottotipo a cui si appartiene e alle peculiarità stesse della persona.

Lavorare sul riconoscimento dei propri stati interni (come le emozioni, i correlati fisiologici), per poter accedere ai propri desideri e seguire scelte che non siano solo votate al raggiungimento del sé ideale. Focalizzare l’attenzione su pensieri ed emozioni che costituiscono gli stati mentali dei vari episodi di vita, permette di riconoscere tematiche ricorrenti che possono portare a problemi relazionali per il soggetto. Inoltre, il riconoscimento dell’egocentrismo è fondamentale per permettere al paziente di mettersi in discussione di fronte a problematiche relazionali e risanare le loro relazioni interpersonali: aumentare la capacità di mettersi nella mente degli altri può avvenire solo quando vi sarà una ricostruzione interna dell’immagine che il narcisista ha dell’altro, ossia di una persona unica, non sempre disponibile che non va giudicata a priori. Anche un lavoro rispetto alle capacità sociali (ove carenti) e competenze di autoefficacia, può aiutare la persona a sentirsi parte di un gruppo, ad apprendere quel senso di condivisione che è sempre deficitario. Attraverso l’allenamento al condividere scopi, interessi, piacere e intimità il paziente si può sentire meno isolato, diverso dagli altri e iniziare a trovare il piacere nelle relazioni personali.

Ovviamente questi riportati sono solo spunti, la terapia per questi disturbi è molto più complessa e “cucita” sull’individuo. Infine, vogliamo ricordare che il narcisismo non è solo patologico, ma esiste anche il narcisismo normale, in cui mancano gli aspetti più problematici quali l’invidia per l’altro, il suo disprezzo e la mancanza di empatia. Le caratteristiche sono funzionali al raggiungimento dei propri scopi, che sposa un atteggiamento assertivo, individualistico, ambizioso in cui l’autostima è facilmente autoregolata secondo i dati di realtà. In questo caso mantenendo il rispetto per sé e per gli altri, l’individuo utilizza aspetti propri del suo carattere per ottenere successo o soddisfazione personale, mantenendo comunque buone relazioni interpersonali e seguendo scopi edonici che gli permettono di godersi la vita.

Fonte: bergamopost.it

http://www.bergamopost.it/occhi-aperti/il-narcisismo-patologico/