IL ‘FOLLE’ non è altri che una persona che si prende troppo sul serio, mentre il ‘sano’ realizza un’esistenza inerte e in malafede. Ma tra queste due polarità ideali esistono le persone ‘vere’, caricate di una certa quota di angoscia che protegge dall’ottusità, ma dotate della capacità di mentire e di mentirsi per non farsene travolgere. È una delle spiazzanti riflessioni di Franco Rotelli, uno dei principali collaboratori di Franco Basaglia e protagonista della riforma dell’assistenza psichiatrica in Italia. La sua lunga esperienza, maturata tanto nelle realtà manicomiali preesistenti alla riforma quanto in organismi sanitari nazionali e internazionali, è distillata nel volume ‘Quale psichiatria? Taccuino e lezioni’ (pagine 208, Euro 14,00), edito da AlphaBeta, che raccoglie saggi e articoli scritti da Rotelli in un arco temporale di oltre mezzo secolo.

I punti deboli

Il pensiero di Rotelli, propugnato dall’autore tanto nella pratica clinica quanto nell’attività politica, critica fortemente la concezione normativa ed escludente di una psichiatria riduttiva e normalizzante basata su etichette diagnostiche a volte rispondenti più a esigenze di controllo sociale che a criteri scientifici, e spesso comunque lontane dal cogliere l’esperienza autentica delle persone. Secondo Rotelli la psichiatria si è prestata troppo spesso, in epoche e in luoghi diversi, ad agire come fattore di esclusione sociale mediante l’oggettivazione, lo stigma e la segregazione dei pazienti: occorre invece dare risposte universali e complesse ai problemi delle persone, la cui salute non è influenzata solo da determinanti sanitari, ma anche sociali ed economici, che lo psichiatra di Casalmaggiore esorta a prendere in considerazione superando il paradigma del modello medico basato solo sull’ospedale e sulle istituzioni sanitarie.

La dimensione affettiva

Tra i due estremi della normatività conformista e dell’utopia irrealizzabile, che rischia di diventare ideologia astratta, Rotelli esorta a privilegiare la dimensione affettiva e relazionale dell’incontro con l’altro. L’altro può salvarci e trattenerci al di qua del limite, ma anche spingerci al di là e abbandonarci.  Salute mentale è per Rotelli poter mostrare la propria differenza ricercando anche una comunanza, per trovare insieme all’altro una prassi e un progetto condivisi. L’autore dei saggi pone in discussione anche il modello di efficienza cui si ritiene che debbano oggi uniformarsi i servizi di salute mentale, chiamati a intervenire quanto più precocemente possibile quando si manifesti un disagio: ma Rotelli mette in guardia dal rischio sempre in agguato di trasformare in “disturbo” mentale ogni scostamento dalle norme sociali, ricordando che le parole “diversità” e “divertimento” hanno la stessa radice, e che la salute mentale potrebbe essere proprio “l’infinito divertimento del riconoscersi finalmente tutti diversi”, ma non per questo diseguali.

Fonte: repubblica.it

https://www.repubblica.it/salute/2021/04/27/news/alla_ricerca_della_via_giusta_alla_psichiatria_sulle_orme_di_basaglia-298313964/

Foto:  Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay